Recensione “Lo straniero” di Orson Welles (1946)
In questa puntata analizziamo “Lo straniero”, thriller psicologico diretto da Orson Welles nel 1946, che segna il suo ritorno a Hollywood dopo le difficoltà seguite a “Quarto potere”. Welles interpreta anche il ruolo principale di Franz Kindler, criminale nazista nascosto in una tranquilla cittadina del Connecticut sotto falsa identità. Edward G. Robinson è l’investigatore Wilson, determinato a smascherarlo, mentre Loretta Young interpreta la moglie ignara che scoprirà progressivamente la vera natura del marito. Il film rappresenta uno dei primi tentativi cinematografici di affrontare gli orrori del nazismo e dei campi di concentramento, mostrando immagini documentaristiche che all’epoca sconvolsero il pubblico. Welles costruisce un’atmosfera claustrofobica e inquietante, utilizzando sapientemente luci e ombre secondo la sua inconfondibile maestria visiva. La tensione cresce gradualmente attraverso dettagli apparentemente innocui che rivelano l’ossessione del protagonista per l’orologio della torre cittadina. Un noir intenso che mescola suspense hitchcockiana e riflessione morale sul male nascosto nell’apparente normalità.