La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!

La Foglia d'Acanto: recensioni senza spoiler!@lafogliadacanto

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Season 3 episodes (236)

Recensione “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski
S03:E229

Recensione “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski

Terzo e ultimo capitolo della celebre “trilogia dell’appartamento”, “L’inquilino del terzo piano” del 1976 è forse il film più personale e tormentato di Roman Polanski. Un thriller psicologico di rara intensità dove la paranoia urbana diventa specchio dell’anima, con un cast stellare che include Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Shelley Winters e Jo Van Fleet. Scritto da Polanski insieme a Gérard Brach, il film racconta la storia di Trelkovsky, un timido impiegato polacco che affitta un appartamento il cui precedente inquilino si è suicidato. Quello che inizia come un semplice trasloco si trasforma in una discesa negli abissi della follia, dove realtà e allucinazione si confondono in un crescendo di tensione claustrofobica. Ma dietro la superficie del thriller si nasconde qualcosa di più profondo. Scopriamo insieme perché questo capolavoro continua a inquietare e affascinare dopo quasi mezzo secolo, confermando Polanski come uno dei più grandi esploratori cinematografici del disagio contemporaneo.

Recensione “I ragazzi del massacro” di Fernando Di Leo
S03:E227

Recensione “I ragazzi del massacro” di Fernando Di Leo

“I ragazzi del massacro” rappresenta un momento cruciale nella storia del cinema italiano di genere. Fernando Di Leo, partendo dall’omonimo romanzo nero di Giorgio Scerbanenco confeziona un thriller urbano che anticipa di alcuni anni l’esplosione del poliziottesco nostrano. Ambientato nella Milano del boom economico, il lungometraggio dipinge un ritratto spietato della società italiana in trasformazione, dove il benessere nasconde sacche di degrado morale e criminalità.

Recensione  “Nonostante tutto” di Jordi Lafebre
S03:E227

Recensione “Nonostante tutto” di Jordi Lafebre

“Nonostante tutto” di Jordi Lafebre è un romanzo grafico che racconta una storia d’amore… al contrario. Si parte dalla fine per risalire all’inizio, tra pagine delicate, umorismo sottile e una dolcezza che lascia il segno. In questo episodio ti porto a scoprire perché questa narrazione inversa emoziona così tanto e perché, nonostante tutto, è impossibile non innamorarsene.

Recensione “Elio” di  Adrian Molina, Domee Shi e Madeline Sharafian
S03:E226

Recensione “Elio” di Adrian Molina, Domee Shi e Madeline Sharafian

In questa puntata de “La Foglia d’Acanto” esploriamo “Elio”, il nuovo lungometraggio Pixar che porta l’animazione tra le stelle. Un viaggio cosmico che trasforma la diversità in forza e l’immaginazione in libertà. Scopriamo insieme come Adrian Molina, Domee Shi e Madeline Sharafian abbiano creato un universo dove crescere significa abbracciare ciò che ci rende unici.

Recensione “Monsieur Verdoux” di Charlie Chaplin
S03:E225

Recensione “Monsieur Verdoux” di Charlie Chaplin

Il 1947 segna una svolta radicale nella carriera di Charlie Chaplin: addio per sempre al mitico personaggio di Charlot per dare vita a Henri Verdoux, elegante banchiere parigino che diventa serial killer per mantenere moglie e figlio. Ispirato al reale pluriomicida francese Henri Landru e da un’idea di Orson Welles, “Monsieur Verdoux” racconta di un impiegato di banca licenziato che si dà al matrimonio seriale con ricche vedove per poi assassinarle e derubarne i patrimoni. Una commedia nera brillante e spietata che vede Chaplin nel suo film più controverso. Il genio di Chaplin mette in discussione la nostra percezione del male: questo raffinato criminale non è forse un dilettante rispetto ai fornitori di armi e ai dittatori? Uscito a New York nell’aprile 1947 in piena paranoia politica, con Chaplin sospettato di simpatie radicali, il film divenne un caso che contribuì al suo declino negli Stati Uniti. Un’opera coraggiosa e visionaria che anticipa temi moderni sulla violenza, il capitalismo e la morale, firmata da un artista che non temeva di sfidare il proprio pubblico.

Recensione “Lo Sbarbato” di Umberto Simonetta
S03:E224

Recensione “Lo Sbarbato” di Umberto Simonetta

Milano, anni Sessanta: nasce la strana amicizia tra un ragazzo dell’alta borghesia e un ladruncolo chiamato “il Mangia”. Pubblicato nel 1967, “Lo Sbarbato” rappresenta l’esordio letterario di Umberto Simonetta, figura di spicco della cultura italiana del secondo Novecento. Una storia che trasuda realismo e vita di strada di una gioventù che affronta il boom economico con la fame, la miseria e la spietatezza del dopoguerra. Entrambi i protagonisti vogliono quello che ha l’altro: lo Sbarbato cerca la libertà e la fama da duro del Mangia, mentre il Mangia desidera la sicurezza economica dello Sbarbato. Simonetta racconta questa vicenda con la sua grandiosa ironia, mescolata all’amara atmosfera della Milano della “Mala” che si sta inesorabilmente trasformando e abbrutendo. Un romanzo di formazione che anticipa temi e stili narrativi, firmato dall’autore che collaborò con Gaber, Jannacci e i grandi della comicità italiana. Una testimonianza autentica di un’epoca di trasformazione sociale e generazionale.

Recensione “Chiamami aquila” di Michael Apted
S03:E223

Recensione “Chiamami aquila” di Michael Apted

Un giornalista di Chicago incontra un’ornitologa nelle Montagne Rocciose: nasce così “Chiamami Aquila” (Continental Divide), il film del 1981 scritto da Lawrence Kasdan e diretto da Michael Apted che ha mostrato al mondo un John Belushi inedito. Lontano dalle maschere comiche dei Blues Brothers e di Animal House, qui Belushi si cimenta in una commedia romantica delicata e toccante, affiancato da Blair Brown in quello che sarebbe diventato il suo penultimo film prima della tragica scomparsa. Con la produzione esecutiva di Steven Spielberg - che avrebbe dovuto dirigerlo - questo piccolo gioiello cinematografico quasi dimenticato merita di essere riscoperto per la sua capacità di raccontare l’amore attraverso paesaggi mozzafiato e dialoghi brillanti. Una pellicola che dimostra come dietro ogni grande comico si nasconda spesso un attore drammatico di straordinario talento.

Recensione “Factotum” di Charles Bukowski
S03:E222

Recensione “Factotum” di Charles Bukowski

“Factotum” di Charles Bukowski: il libro che ha cambiato la letteratura - anche quella italiana - negli anni ’70. Henry Chinaski, lavori precari e alcol: la nascita di un mito letterario che ha influenzato generazioni di scrittori italiani da Tondelli a Culicchia.

Recensione “Dimenticare Palermo” di Francesco Rosi
S03:E221

Recensione “Dimenticare Palermo” di Francesco Rosi

“DimenticarePalermo” il #film del 1990 di Francesco Rosi che segna il ritorno del maestro del cinema d’inchiesta al thriller politico. James Belushi interpreta Carmine Bonavia, candidato sindaco di New York di origini siciliane e paladino della legalizzazione degli stupefacenti, che torna in Sicilia per il suo viaggio di nozze, ritrovandosi invischiato in una rete di intrighi tra mafia, politica e affari internazionali. Rosi costruisce un affresco spietato dei rapporti tra potere legale e criminale, ambientato in una Sicilia sospesa tra tradizione e modernità. Con un cast internazionale che include Vittorio Gassman Philippe Noiret e Mimi Rogers il film esplora temi universali come l’identità, l’appartenenza e il prezzo del potere. Un’opera che conferma la capacità di Rosi di trasformare la cronaca in cinema d’autore mantenendo alta la tensione narrativa senza mai perdere di vista la denuncia sociale.

Recensione film “Harry e Tonto” di Paul Mazursky (1974)
S03:E220

Recensione film “Harry e Tonto” di Paul Mazursky (1974)

“Harry e Tonto” è il road movie del 1974 diretto da Paul Mazursky che valse l’Oscar a Art Carney come miglior attore protagonista. Seguiamo Harry Coombes, un anziano vedovo di New York che, sfrattato dal suo appartamento, intraprende un viaggio attraverso l’America insieme al suo fedele gatto Tonto. Un’odissea on the road che diventa riflessione profonda sull’invecchiamento, la solitudine e la ricerca di un posto nel mondo che cambia. Mazursky costruisce un ritratto toccante e realistico della terza età, alternando momenti di malinconia a situazioni di pura comicità umana. Un film che anticipa temi oggi più che mai attuali, con una interpretazione straordinaria di Art Carney che porta sullo schermo tutta la dignità di chi non si arrende al tempo che passa.

Recensione film “Harold e Maude” di Hal Ashby (1971)
S03:E219

Recensione film “Harold e Maude” di Hal Ashby (1971)

“Harold e Maude” di Hal Ashby: quando l’amore supera ogni convenzione sociale. Un film capolavoro del 1971 che trasforma l’incontro impossibile tra un ventenne ossessionato dalla morte e una settantanovenne vitale in una delle storie più liberatorie del cinema. Scritto da Colin Higgins, con Ruth Gordon, Bud Cort e le indimenticabili canzoni di Cat Stevens.

Recensione “Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento” di Hiromasa Yonebayashi (2010)
S03:E218

Recensione “Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento” di Hiromasa Yonebayashi (2010)

“Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento” di Hiromasa Yonebayashi che segna il debutto alla regia dell’allievo di Hayao Miyazaki. Scopriamo insieme il mondo minuscolo dei “prendinprestito”, piccoli esseri che vivono nascosti nelle case “prendendo in prestito” quello che serve per sopravvivere. Attraverso l’amicizia impossibile tra la giovane Arrietty e Shawn, il film esplora temi universali come la crescita, l’accettazione e la convivenza tra mondi diversi. Un’opera poetica che conferma la capacità dello Studio Ghibli di trasformare storie semplici in esperienze emozionali profonde, con un’animazione di rara bellezza e una colonna sonora incantevole.

Recensione romanzo “Fairy Tale” di Stephen King (2022)
S03:E217

Recensione romanzo “Fairy Tale” di Stephen King (2022)

"Fairy Tale", il romanzo del 2022 che segna il ritorno di Stephen King al fantasy puro. Seguiamo Charlie Reade, un ragazzo di 17 anni che scopre un mondo parallelo attraverso un capanno misterioso, dove principesse maledette e creature oscure attendono la loro salvezza. King intreccia magistralmente una storia di formazione e un'avventura fantasy, creando un'opera che omaggia le fiabe classiche con il suo inconfondibile tocco dark. In questa puntata analizziamo personaggi, tematiche e la capacità dell'autore di reinventarsi ancora una volta.

Recensione “Parigi o cara” di Vittorio Caprioli (1962)
S03:E216

Recensione “Parigi o cara” di Vittorio Caprioli (1962)

Una perla della commedia italiana che celebra il genio di Franca Valeri in una delle sue interpretazioni più brillanti. Vittorio Caprioli dirige questa satira elegante e pungente sulla borghesia italiana, dove una donna determinata a conquistare Parigi si ritrova alle prese con le convenzioni sociali e i pregiudizi dell'epoca. La Valeri, con la sua ironia raffinata e il suo talento inconfondibile, trasforma ogni battuta in un piccolo capolavoro di comicità intelligente. Un film che anticipa i tempi, parlando di emancipazione femminile e aspirazioni sociali con uno spirito moderno che ancora oggi ci sorprende.

Recensione “Il gusto degli altri” di Agnès Jaoui (2000)
S03:E215

Recensione “Il gusto degli altri” di Agnès Jaoui (2000)

Un gioiello del cinema francese che disseziona con eleganza i meccanismi nascosti del desiderio e della distinzione culturale. Scopriamo come la Agnès Jaoui che ha scritto il film assieme a Jean-Pierre Bacri abbia trasformato una commedia sentimentale in una brillante indagine sociologica sui rapporti di classe e il fascino intellettuale.

Recensione “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore (2013)
S03:E214

Recensione “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore (2013)

Giuseppe Tornatore ci regala un thriller psicologico raffinato dove Geoffrey Rush interpreta Virgil Oldman, un enigmatico battitore d'aste ossessionato dall'arte e dai segreti. Tra dipinti nascosti, meccanismi d'orologeria e una misteriosa donna, il film ci conduce in un labirinto di inganni e rivelazioni. Un'opera che esplora i confini tra realtà e finzione, tra amore e manipolazione, con la maestria visiva che ha reso Tornatore uno dei registi italiani più apprezzati al mondo. Preparatevi a mettere in discussione tutto quello che credete di aver capito.

Recensione libro “Terra matta” di Vincenzo Rabito (2014)
S03:E213

Recensione libro “Terra matta” di Vincenzo Rabito (2014)

Un operaio di Chiaramonte Gulfi ci regala una delle testimonianze più potenti e autentiche della Sicilia e dell'Italia del Novecento. Il semianalfabeta Vincenzo Rabito, con la sua lingua cruda e immediata, ci trasporta in un mondo di fatiche, speranze e sopravvivenza. Dalla Grande Guerra alla vita contadina, dall'emigrazione alle trasformazioni sociali: un affresco umano che ha conquistato critica e lettori. Scopriamo insieme questo capolavoro della letteratura italiana che ha rivoluzionato il modo di raccontare la memoria.

Recensione “Addio Chunky Rice” di Craig Thompson (1999)
S03:E211

Recensione “Addio Chunky Rice” di Craig Thompson (1999)

"Addio Chunky Rice": Craig Thompson ci regala un capolavoro del fumetto indipendente che racconta l'amicizia tra una tartaruga e un topo attraverso separazioni, viaggi e crescita personale. Un'opera poetica che esplora temi universali come l'abbandono, la solitudine e la ricerca di se stessi con un tratto delicato e una narrazione profondamente emotiva. Perché questo graphic novel ha segnato una generazione di lettori e fumettisti? Scopriamo insieme un'opera che eleva il medium a pura arte!

Recensione “Erik il vichingo” di Terry Jones (1989)
S03:E210

Recensione “Erik il vichingo” di Terry Jones (1989)

"Erik il vichingo": Terry Jones dei Monty Python porta il suo humor britannico nell'era vichinga con Tim Robbins nei panni di un guerriero che sogna la pace. Una parodia epica tra battaglie assurde, divinità capricciose e avventure demenziali verso Asgard. Jones miscela mitologia nordica e nonsense comedy in un'avventura che non prende mai sul serio se stessa. Un cult misconosciuto o una follia geniale? Scopriamolo insieme navigando verso Valhalla!

Recensione “Un colpo di fortuna” di Preston Sturges (1940)
S03:E209

Recensione “Un colpo di fortuna” di Preston Sturges (1940)

"Un colpo di fortuna" di Preston Sturges racconta la storia di Jimmy MacDonald (DickPowell), un modesto contabile che sogna di vincere 25.000 dollari con uno slogan pubblicitario per sposare la sua Betty (EllenDrew). Una commedia che esplora il sogno americano attraverso gli occhi della classe media, tra speranze, ambizioni e la ricerca della felicità. Sturges firma un film che è una #satira dolceamara sul consumismo e sui sogni di riscatto sociale.

Recensione “Never Flinch – La lotteria degli innocenti” di Stephen King (2025)
S03:E208

Recensione “Never Flinch – La lotteria degli innocenti” di Stephen King (2025)

Stephen King ci regala un nuovo capolavoro del terrore con "Never Flinch - La lotteria degli innocenti". Holly Gibney torna protagonista in un thriller che mescola vendetta, fanatismo e critica sociale. Un racconto spietato che fotografa l'America di oggi attraverso la lente del noir più puro. Scopriamo insieme perché questo romanzo segna il grande ritorno in forma del Re del Brivido.

Recensione “Anatomia di un rapimento” di Akira Kurosawa (1963)
S03:E207

Recensione “Anatomia di un rapimento” di Akira Kurosawa (1963)

"Anatomia di un rapimento": Akira Kurosawa abbandona i samurai per un thriller moderno che disseziona la società giapponese degli anni '60. Un industriale deve scegliere se pagare il riscatto per salvare non suo figlio, ma il figlio del suo autista. Un dilemma morale che diventa un'indagine spietata su classe sociale, giustizia e sacrificio. Perché questo film rappresenta una svolta nel cinema di Kurosawa? Scopriamo insieme un capolavoro misconosciuto!

Recensione “La vergine sotto il tetto” di Otto Preminger (1953)
S03:E206

Recensione “La vergine sotto il tetto” di Otto Preminger (1953)

"La vergine sotto il tetto": Otto Preminger sfida i tabù degli anni '50 con una commedia audace che scandalizzò l'America puritana. William Holden e una giovane Maggie McNamara si confrontano con temi di sessualità e morale in un'epoca dove parlarne era rivoluzionario. Un film che fece tremare la censura hollywoodiana e anticipò la rivoluzione culturale. Perché questo titolo è ancora così provocatorio? Analizziamo insieme un classico dimenticato!

Recensione “Rams – Storia di due fratelli e otto pecore” di Grímur Hákonarson (2015)
S03:E205

Recensione “Rams – Storia di due fratelli e otto pecore” di Grímur Hákonarson (2015)

In questa puntata de La Foglia d'Acanto esploriamo "Rams - Storia di due fratelli e otto pecore", il capolavoro islandese di Grímur Hákonarson che ha conquistato Cannes nel 2015. Una storia di orgoglio, silenzio e riconciliazione ambientata nelle brume della campagna islandese, dove due fratelli allevatori scoprono che a volte è necessario perdere tutto per ritrovare ciò che conta davvero.

Recensione “Mia nonna saluta e chiede scusa” di Fredrick Backman (2013))
S03:E204

Recensione “Mia nonna saluta e chiede scusa” di Fredrick Backman (2013))

"Mia nonna saluta e chiede scusa": Fredrik Backman ci regala una storia commovente su Elsa, sette anni, e sua nonna, una donna straordinaria che l'ha cresciuta con favole magiche. Quando la nonna muore, lascia lettere di scuse che riveleranno segreti inaspettati sui vicini di casa. Un romanzo che mescola fantasia e realtà, dolore e speranza. Perché questo libro ha conquistato milioni di lettori? Scopriamolo insieme!

Recensione “Millennium Actress” di Satoshi Kon (2001)
S03:E203

Recensione “Millennium Actress” di Satoshi Kon (2001)

"Millennium Actress": il capolavoro di Satoshi Kon che intreccia realtà e finzione in un viaggio onirico attraverso la vita di un'attrice leggendaria. Un anime che sfida i confini del cinema, dove memoria e sogno si fondono in un'esperienza visiva mozzafiato. Perché questo film è considerato un'opera d'arte senza tempo? Analizziamo insieme il genio di Kon.

Recensione “Abbasso l’amore” di Peyton Reed (2003)
S03:E202

Recensione “Abbasso l’amore” di Peyton Reed (2003)

"Abbasso l'amore": quando Renée Zellweger e Ewan McGregor ci riportano negli anni '60 tra commedie romantiche, femminismo e colpi di scena. Peyton Reed firma una commedia che omaggia Doris Day ma con un twist moderno. Ne vale la pena o è solo nostalgia confezionata? Scopriamolo insieme!

Recensione “Il figlio di Giuda” di Richard Brooks (1960)
S03:E201

Recensione “Il figlio di Giuda” di Richard Brooks (1960)

Un Oscar meritatissimo per Burt Lancaster nel ruolo di Elmer Gantry, predicatore senza scrupoli de "Il figlio di Giuda" di Richard Brooks. Tratto dal romanzo di Sinclair Lewis, questo capolavoro del 1960 offre un ritratto spietato e coraggioso dell'ipocrisia religiosa americana. Al fianco di Lancaster brillano Jean Simmons e una straordinaria Shirley Jones in un film che ha saputo anticipare molte tematiche del cinema moderno. Regia magistrale, interpretazioni memorabili e una lucidità narrativa che rende questo dramma una pietra miliare del cinema hollywoodiano spesso dimenticata dal grande pubblico.

Recensione “Il fiuto di Sherlock Holmes” di Marco Pagot e Gi Pagot (1984)
S03:E200

Recensione “Il fiuto di Sherlock Holmes” di Marco Pagot e Gi Pagot (1984)

Prima dello Studio Ghibli, prima di "Totoro" e della "Principessa Mononoke", Hayao Miyazaki creò un piccolo miracolo dell'animazione.Immaginatevi l'Inghilterra vittoriana popolata da cani antropomorfi, dove il celebre detective di Baker Street risolve misteri a bordo di incredibili macchine volanti progettate dalla fantasia del futuro maestro del cinema d'animazione.Questa serie del 1984, coprodotta fra Italia e Giappone, rappresenta un momento unico nella carriera di Hayao Miyazaki: qui sperimenta per la prima volta quel mix perfetto di avventura, tecnologia retrò e magia che renderà immortali i suoi film.

Recensione “Le rose di Shell” di Siobhan Dowd (2016)
S03:E199

Recensione “Le rose di Shell” di Siobhan Dowd (2016)

Michelle, che tutti chiamano Shell, è un’adolescente apparentemente come molte altre della sua generazione e del suo Paese che, come il nostro, è molto cattolico. Shell è la sorella maggiore di Johnny e Trix e, soprattutto, solo un anno prima ha perso prematuramente la madre...Dowd affronta temi universali - responsabilità, famiglia disfunzionale, coraggio di scegliere - con una prosa poetica che tocca le corde più profonde dell'animo umano. La campagna irlandese della prima metà degli anni Ottanta diventa il palcoscenico perfetto per questa storia di rinascita.La maestria narrativa di Dowd, il simbolismo delle rose e la costruzione psicologica dei personaggi ci racconta in maniera davvero efficace che la vera forza si nasconde dietro un cuore generoso.

Recensione “Stay – Nel labirinto della mente” di Marc Forster (2005)
S03:E198

Recensione “Stay – Nel labirinto della mente” di Marc Forster (2005)

Un'opera che nel 2005 ha lasciato il pubblico completamente spiazzato e la critica profondamente divisa. Con un cast stellare formato da Ryan Gosling, Ewan McGregor e Naomi Watts, questo thriller psicologico si presenta come un vero e proprio rompicapo cinematografico.La storia segue Sam Foster, uno psichiatra interpretato da McGregor, alle prese con il caso di Henry Letham, un giovane studente d'arte suicida dato vita da un intenso Ryan Gosling. Ma quello che inizia come un classico thriller psicologico si trasforma rapidamente in qualcosa di molto più ambizioso e rischioso: un viaggio onirico dove i confini tra realtà, sogno e allucinazione svaniscono completamente.

Recensione “Seduzione mortale” di Otto Preminger (1953)
S03:E197

Recensione “Seduzione mortale” di Otto Preminger (1953)

"Seduzione Mortale" è il capolavoro del 1953 firmato Otto Preminger che ha fatto tremare Hollywood e la censura dell'epoca.Un film che racconta la storia di Frank Jessup, interpretato da un magnetico Robert Mitchum, meccanico e autista che si ritrova intrappolato nella ragnatela di passioni e inganni tessuta dalla ricca e pericolosa Diane Tremayne, incarnata da una Jean Simmons in stato di grazia. Preminger, maestro del thriller psicologico, costruisce un racconto claustrofobico dove ogni sguardo nasconde un secondo fine e ogni carezza può essere l'ultima. La villa di Beverly Hills diventa il teatro di una partita mortale tra desiderio e distruzione, dove nessuno è davvero innocente.

Recensione “Kronos – Il conquistatore dell’universo” di Kurt Neumann (1957)
S03:E196

Recensione “Kronos – Il conquistatore dell’universo” di Kurt Neumann (1957)

Oggi scopriamo "Kronos - Il conquistatore dell'universo" del 1957, uno dei più classici B-movie degli anni Cinquanta diventato un vero cult. Nato dalla mente di Irving Block (autore anche de "Il pianeta proibito"), questo gioiello in bianco e nero ci racconta di un gigante metallico venuto dallo spazio per risucchiare tutte le risorse terrestri. Con effetti speciali strabilianti nonostante il budget ridotto e sequenze animate spettacolari, il film anticipa incredibilmente il tema dell'ambientalismo e dello sfruttamento delle risorse naturali. Una pellicola che ha lasciato il segno tanto da ispirare persino Pixar ne "Gli Incredibili". Un capolavoro di serie B che dimostra come le grandi idee non abbiano bisogno di grandi budget.

Recensione “L’impareggiabile Godfrey” di Gregory La Cava (1936)
S03:E195

Recensione “L’impareggiabile Godfrey” di Gregory La Cava (1936)

Oggi parliamo di "L'impareggiabile Godfrey", definito uno degli esempi più riusciti di sophisticated comedy della storia del cinema. Un film che ci porta in una New York divisa: da una parte lusso e grattacieli, dall'altra rifiuti e senzatetto che lottano per mantenere la propria dignità. William Powell nella sua interpretazione più famosa ci regala Godfrey, uno "straccione" dai modi eleganti che diventerà maggiordomo della famiglia più eccentrica e viziata della città, suo contraltare è una bravissima Carole Lombard.Una cattivissima commedia di costume che punta il dito sulla ricchezza sfrenata e ci dimostra come spesso l'umanità vera la trovino solo chi vive ai margini.

Recensione “Il Padrino – Parte II” di Francis Ford Coppola (1974)
S03:E194

Recensione “Il Padrino – Parte II” di Francis Ford Coppola (1974)

Francis Ford Coppola trasforma il sequel in un'opera di complessità narrativa senza precedenti: da un lato l'ascesa del giovane Vito Corleone nella New York degli anni '20, dall'altro il declino morale di Michael nel Nevada degli anni '50. Due epoche, due storie, un'unica tragedia familiare americana. Robert De Niro e Al Pacino in due delle interpretazioni più memorabili della storia del cinema.

Recensione “Dolce veleno” di Noel Black (1968)
S03:E193

Recensione “Dolce veleno” di Noel Black (1968)

In questo episodio analizziamo "Dolce Veleno" il thriller noir psicologico del 1968 diretto da Noel Black che ha saputo anticipare temi e atmosfere che sarebbero diventati iconici decenni dopo. Con le ottime interpretazioni di Anthony Perkins e Tuesday Weld, questo film esplora l'ossessione, la manipolazione e l'inganno in una piccola città americana. Scopriamo insieme perché questo gioiello del cinema indipendente merita di essere riscoperto e come ha influenzato il thriller moderno.

Recensione “Mica scema la ragazza!” di François Truffaut (1972)
S03:E192

Recensione “Mica scema la ragazza!” di François Truffaut (1972)

Nel 1972 François Truffaut ci regala una commedia che sfida le convenzioni del cinema francese dell'epoca. "Mica scema la ragazza!" (Une belle fille comme moi) racconta la storia di Camille Bliss, una donna affascinante e manipolatrice che seduce e distrugge gli uomini che incontra, per sopravvivere ad una società ferocemente patriarcale. Attraverso la lente di Truffaut, esploriamo temi universali come la seduzione, l'inganno e la fragilità maschile di fronte al fascino femminile.Un film che anticipa molte delle riflessioni sul rapporto tra i sessi che domineranno il cinema degli anni '70, con la maestria stilistica che solo il maestro della Nouvelle Vague sapeva offrire. Tra commedia nera e dramma psicologico, scopriamo insieme perché questa pellicola merita di essere riscoperta oggi.

Recensione "Il Padrino" di Francis Ford Coppola (1972)
S03:E191

Recensione "Il Padrino" di Francis Ford Coppola (1972)

Cinquant'anni dopo la sua uscita, "Il Padrino" continua a dominare le classifiche dei migliori film di sempre. Ma cosa rende davvero immortale questo capolavoro? Oltre alla regia visionaria di Coppola e alla sceneggiatura magistrale, scritta dallo stesso Coppola assieme a Mario Puzo, c'è un'interpretazione che ha ridefinito per sempre l'arte recitativa: quella stratosferica di Marlon Brando nei panni di Don Vito Corleone. Una trasformazione fisica e psicologica che ancora oggi rimane inarrivabile, un'incarnazione del personaggio che sfiora il miracolo artistico. Scopriamo insieme perché questa performance rappresenta l'apice assoluto del cinema americano e come Brando sia riuscito a trasformare un patriarca mafioso in un'icona cinematografica immortale.

Recensione "Agenzia omicidi" di Anthony Harvey (1985)
S03:E190

Recensione "Agenzia omicidi" di Anthony Harvey (1985)

Anthony Harvey dirige con sensibilità una commedia nera che affronta temi profondi come la solitudine degli anziani e il diritto alla dignità nella morte. Grace Quigley (una straordinaria Katharine Hepburn) vive sola e immersa nei tristi ricordi della sua famiglia, quando il destino la porta a incontrare un killer professionista interpretato da Nick Nolte.La pellicola esplora con ironia macabra il rapporto tra una vedova ottantenne che cerca una via d'uscita dalla sua esistenza solitaria e un sicario che si ritrova coinvolto in una richiesta tanto insolita quanto toccante. L'interpretazione di Katharine Hepburn, all'epoca settantasettenne, dimostra ancora una volta la sua capacità di reinventarsi e affrontare ruoli complessi, mentre Nick Nolte offre un contrappunto perfetto con la sua interpretazione di un killer riluttante che scopre un'umanità inaspettata.

Recensione “Il corridoio della paura” di Samuel Fuller (1963)
S03:E189

Recensione “Il corridoio della paura” di Samuel Fuller (1963)

Questo film rappresenta uno dei vertici più audaci del cinema americano degli anni '60, un'opera che sfida convenzioni narrative e sociali con la forza esplosiva tipica del regista di "Quaranta pistole".La pellicola racconta la storia di Johnny Barrett, un giornalista ambizioso interpretato da Peter Breck, che si fa internare in un manicomio per risolvere un caso di omicidio e vincere il premio Pulitzer. Quello che inizia come un piano apparentemente semplice si trasforma in un viaggio allucinante attraverso i meandri della follia americana, dove Fuller disseziona con precisione chirurgica le contraddizioni di una società in fermento.Con il suo stile visivo aggressivo e una narrazione che non concede respiro, Fuller trasforma il manicomio in una metafora dell'America degli anni '60, affrontando temi scottanti come il razzismo, la Guerra di Corea e l'integrazione razziale attraverso tre pazienti che fungono da testimoni oculari delle ipocrisie del loro tempo.

Recensione “Mangiare bere uomo donna” di Ang Lee (1994)
S03:E188

Recensione “Mangiare bere uomo donna” di Ang Lee (1994)

"Mangiare Bere Uomo Donna" diretto da Ang Lee rappresenta una delle opere più raffinate del cinema taiwanese contemporaneo, dove la cucina diventa metafora universale dei rapporti familiari e delle trasformazioni generazionali.Attraverso la storia di Chu, maestro cuoco vedovo, e delle sue tre figlie - Jia-Jen, Jia-Chien e Jia-Ning - Lee costruisce un affresco delicato ma potente sui cambiamenti della società taiwanese moderna, utilizzando il cibo come linguaggio emotivo che trascende le parole non dette.In questo podcast esploreremo come questo film anticipi molti dei temi che caratterizzeranno la successiva filmografia di Lee, dalla complessità delle dinamiche familiari alla tensione tra tradizione e modernità, dalla sensualità della preparazione culinaria come forma d'arte alla comunicazione attraverso i gesti quotidiani. Buon ascolto ...e buon appetito!

Recensione “Following” di Christopher Nolan (1998)
S03:E187

Recensione “Following” di Christopher Nolan (1998)

Prima di "Memento" e "Inception", Christopher Nolan realizzò con appena 6.000 dollari un piccolo capolavoro in bianco e nero che già conteneva tutto il suo DNA creativo. "Following" è un thriller noir che dimostra come talento e visione possano creare cinema d'autore anche senza budget.Scopriamo insieme come il giovane Nolan riuscì a costruire una narrazione complessa e labirintica in soli 70 minuti, creando un'opera che anticipava i suoi futuri capolavori. Un film che ogni cinefilo dovrebbe conoscere e che ci ricorda perché il cinema indipendente può essere rivoluzionario.

Recensione "Rivolta al blocco 11" di Don Siegel (1954)
S03:E186

Recensione "Rivolta al blocco 11" di Don Siegel (1954)

"Rivolta al Blocco 11" rappresenta uno dei lavori più crudi e realistici di Don Siegel, un film che anticipa di anni i grandi capolavori del cinema carcerario. Girato nel 1954 con un budget ridotto ma con una visione cinematografica straordinaria, questo thriller drammatico esplora le tensioni esplosive all'interno di un penitenziario, dove la disperazione dei detenuti si trasforma in una rivolta violenta e disperata.Il film segue la storia di James V. Dunn, un detenuto che cerca di organizzare una fuga, ma che si ritrova coinvolto in una sommossa che sfugge rapidamente al controllo. Siegel costruisce un'atmosfera claustrofobica e opprimente, utilizzando la location reale del penitenziario di Folsom per conferire autenticità assoluta alla narrazione.Ciò che rende "Rivolta al Blocco 11" un'opera significativa è la sua capacità di trattare temi universali come la giustizia, la redenzione e la natura umana in condizioni estreme, senza mai cadere nella retorica o nel sentimentalismo. Il regista presenta i personaggi con sfumature morali complesse, evitando la semplificazione tra buoni e cattivi.

Recensione "Io sono un campione" di Lindsay Anderson (1963)
S03:E185

Recensione "Io sono un campione" di Lindsay Anderson (1963)

"Io sono un campione" non è semplicemente un film sul rugby, ma un'opera cinematografica che esplora con brutalità poetica i temi della classe sociale, dell'ambizione frustrata e della solitudine urbana nell'Inghilterra post-bellica.Il debutto alla regia di Lindsay Anderson, figura chiave del movimento Free Cinema, ci regala un ritratto impietoso e magistrale di Frank Machin, interpretato da un Richard Harris in stato di grazia, che attraverso lo sport cerca una via d'uscita dalla propria condizione sociale, trovando invece nuove forme di alienazione.Anderson riesce a trasformare il campo da rugby in una metafora dell'arena sociale, dove i corpi si scontrano non solo per vincere una partita, ma per conquistare dignità, rispetto e amore in una società che sembra negarli sistematicamente.

Recensione "Il giorno dopo la fine del mondo" di Ray Milland (1962)
S03:E184

Recensione "Il giorno dopo la fine del mondo" di Ray Milland (1962)

Quando, nel 1962, Ray Milland anticipò Mad Max...Il giorno dopo la fine del mondo" di Ray Milland è un piccolo capolavoro del cinema post-apocalittico che ha anticipato di decenni temi e atmosfere poi diventati classici del genere.Un thriller di sopravvivenza crudo e visionario che trasforma una normale famiglia americana in spietati combattenti per la sopravvivenza, dove il biblico "dente per dente" diventa l'unica legge in un mondo senza regole.Ray Milland - regista, protagonista e vero visionario - ci mostra come la civiltà possa crollare in poche ore e come persone comuni possano trasformarsi quando tutto ciò che conoscevano cessa di esistere.Un film che oggi risulta "politically incorrect" ma che conserva intatto il suo fascino perturbante e la sua capacità di porre domande scomode sulla natura umana.

Recensione “Il tempo si è fermato” di John Farrow (1948)
S03:E183

Recensione “Il tempo si è fermato” di John Farrow (1948)

Quando John Farrow sfidò le convenzioni del noir.In questo episodio analizziamo un gioiello sottovalutato del cinema degli anni '40, con Ray Milland e Charles Laughton in stato di grazia. Un film che ha saputo anticipare temi e atmosfere che il cinema avrebbe riscoperto decenni dopo. Una pellicola che ha ispirato numerosi film di genere nei decenni successivi. Un vero gioiello in bianco e nero degli anni Quaranta.

Recensione “Il mistero del London Eye” di Siobhan Dowd (2013)
S03:E182

Recensione “Il mistero del London Eye” di Siobhan Dowd (2013)

Avete mai provato quella sensazione di trovarvi davanti a un mistero che sembra davvero impossibile da risolvere? Non parlo dei soliti gialli dove intuisci subito chi è il colpevole, ma di qualcosa che sfida ogni logica. Ecco, questo è esattamente quello che succede quando un ragazzo di nome Salim entra in una cabina del London Eye e... scompare nel nulla.Esploreremo insieme come Siobhan Dowd sia riuscita a creare un perfetto equilibrio tra mistero avvincente e profonda umanità, raccontandoci la storia attraverso gli occhi di Ted, un protagonista che difficilmente dimenticherete.Preparatevi a scoprire perché questo libro non è solo un ottimo giallo per ragazzi, ma un'opera che tocca temi universali come l'accettazione, il coraggio e la forza dei legami familiari.

Recensione “Il rompicuori” di Elaine May (1972)
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Recensione “Il rompicuori” di Elaine May (1972)

Benvenuti nell'analisi di uno dei capolavori più sottovalutati del cinema americano degli anni '70: "Il Rompicuori" di Elaine May. Un film che ha anticipato di decenni la sensibilità moderna sul matrimonio, l'amore e l'inganno di sé stessi.Nel 1972, mentre Hollywood sfornava blockbuster e western, Elaine May - già leggenda della commedia dal vivo insieme a Mike Nichols - firma la regia di questa commedia tagliente che trasforma Neil Simon in qualcosa di molto più profondo e disturbante del solito. Charles Grodin e Cybill Shepherd danno vita a una storia che inizia come commedia romantica e si trasforma in un ritratto spietato dell'egoismo maschile e delle illusioni dell'amore."Il Rompicuori" non è solo una commedia: è un'anatomia chirurgica del matrimonio americano, un'anticipazione del cinema indipendente degli anni '90 e un film che ha il coraggio di rendere il protagonista completamente antipatico senza mai giustificarlo. Scopriamo insieme perché questo film merita di essere riscoperto e perché Elaine May aveva già capito tutto quello che il cinema avrebbe raccontato sull'amore nei decenni successivi.

Recensione "La coscienza di Zeno" di Sandro Bolchi (1988)
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Recensione "La coscienza di Zeno" di Sandro Bolchi (1988)

Un'opera che ha saputo trasformare il romanzo "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo in un'esperienza televisiva di straordinaria intensità psicologica.Questo adattamento rappresenta uno dei vertici della televisione italiana d'autore, dove la prosa sveviana trova nuova vita attraverso la regia raffinata di Bolchi e interpretazioni magistrali che hanno reso giustizia alla complessità del protagonista triestino.

Recensione “Un uomo da niente” di Jim Thompson (1954)
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Recensione “Un uomo da niente” di Jim Thompson (1954)

Se amate il noir crudo e senza filtri, questo è oro puro. Jim Thompson negli anni '50 scriveva per le case editrici pulp ma dietro le copertine commerciali nascondeva capolavori psicologici, amanti tanto, per esempio, dal Re Stephen King. Thompson ha vissuto il lato oscuro dell'America e l'ha messo tutto nero su bianco.Clifton Brown, il protagonista, è un giornalista affermato che tutti rispettano e ammirano. Brillante, affascinante, con le donne che lo adorano. Ma Brown nasconde un segreto... La scrittura è un pugno nello stomaco. Ogni parola è essenziale, non c'è una virgola di troppo. Thompson non fa sconti: niente romance, niente happy ending, solo cruda verità sulla natura umana.Perché leggerlo oggi? Perché ha anticipato tutto quello che amiamo nei #thrillerpsicologici moderni. Ma soprattutto perché ci mostra la doppia vita, la capacità dell'essere umano di vivere nell'ipocrisia più totale.Non è una lettura facile. Vi disturberà, vi lascerà addosso una sensazione di disagio. Ma è questo che fa la grande letteratura: vi cambia, vi fa riflettere, vi mostra quello che non volevate vedere.Il mio voto? Capolavoro assoluto. Se leggete un solo noir classico quest'anno: che sia questo.

Recensione “La regola del gioco” di Jean Renoir (1939)
S03:E178

Recensione “La regola del gioco” di Jean Renoir (1939)

Considerato uno dei capolavori indiscussi della storia del cinema, "La regola del gioco " è un affresco lucido e spietato dell’ipocrisia borghese alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Jean Renoir dirige un’opera ironica, amara e visionaria, che intreccia commedia, dramma e critica sociale con una modernità sorprendente. il grande cinema, non puoi perderla.

Recensione “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi (2023)
S03:E177

Recensione “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi (2023)

"Ferrovie del Messico" di Gian Marco Griffi: il caso editoriale del 2023 che ha dimostrato come 800 pagine di letteratura possano ancora conquistare lettori e critica. Un romanzo che ha sovvertito tutte le regole del mercato librario, diffondendosi attraverso il passaparola e dimostrando che esiste ancora spazio per la narrativa ambiziosa e complessa.

Recensione “Il colpo della metropolitana” di Joseph Sargent (1974)
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Recensione “Il colpo della metropolitana” di Joseph Sargent (1974)

Un thriller urbano che ha definito il genere: Walter Matthau nei panni del tenente Zachary Garber affronta una delle situazioni più claustrofobiche del cinema. Quando quattro uomini armati sequestrano un vagone della metropolitana di New York chiedendo un milione di dollari di riscatto, inizia una partita a scacchi psicologica mozzafiato.Joseph Sargent dirige con maestria questo capolavoro di suspense, dove la tensione cresce minuto dopo minuto nelle gallerie sotterranee di Manhattan. Matthau, in una delle sue migliori interpretazioni drammatiche, porta sullo schermo un poliziotto determinato ma umano, capace di entrare nella mente dei criminali senza perdere la propria umanità.Un film che anticipa i thriller moderni con il suo realismo crudo e la sua ambientazione urbana opprimente. Imperdibile per gli amanti del cinema di tensione.

Recensione “Anatomia di una rivolta” di John Wainwright (1982)
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Recensione “Anatomia di una rivolta” di John Wainwright (1982)

"Anatomia di una rivolta" di John Wainwright è un'opera cruda che precorre i tempi: l'assassinio di un giovane criminale di colore, da parte di due poliziotti, è l'evento che scatena un crescendo di tensioni sociali e razziali. Un thriller poliziesco che diventa spietato affresco sociale della Gran Bretagna degli anni '80, tra razzismo, violenza istituzionale e manipolazione politica. Un attualissimo romanzo noir da leggere.

Recensione “Mancia competente” di Ernst Lubitsch (1932)
S03:E174

Recensione “Mancia competente” di Ernst Lubitsch (1932)

Ernst Lubitsch firma con "Mancia competente" uno dei suoi capolavori assoluti e uno dei massimi esempi del genere della commedia sofisticata. Questa deliziosa pellicola del 1932 racconta la storia di falso barone e falsa contessa, ladri di gioielli, si fanno assumere da ricca signora parigina per un colpo grosso, ma tutto si complica quando l'amore entra in gioco.eCommedia elegante, gesti misurati, battute sofisticate rendono questo film un esempio immortale del "Lubitsch Touch" - quella capacità unica del regista di suggerire più di quanto mostri, di far sorridere con intelligenza.Un capolavoro della frivolezza con interpreti infallibili, "Mancia competente" rimane oggi una delle più pure espressioni della commedia hollywoodiana degli anni '30, un film che sa essere contemporaneamente brillante e profondo, leggero e memorabile.

Recensione “Il raggio verde” di Eric Rohmer (1986)
S03:E173

Recensione “Il raggio verde” di Eric Rohmer (1986)

Cosa succede quando una vacanza saltata si trasforma in un viaggio nell’anima? Eric Rohmer ci regala una delle opere più intime e contemplative del cinema francese, seguendo Delphine in un’estate di solitudine che diventa ricerca di sé.Un film che divide: lento per alcuni, ipnotico per altri. Marie Rivière offre un'interpretazione di rara naturalezza in questa meditazione sulla difficoltà di stare soli con se stessi. Rohmer trasforma l’ordinario in straordinario, trovando il dramma nel quotidiano e la grazia nei momenti più semplici.Non è cinema per tutti, ma per chi sa aspettare, “Il raggio verde” rivela una profondità emotiva che tocca l’universale attraverso il particolare. Un capolavoro del cinema d’osservazione che celebra la possibilità di trovare la luce anche nell’incertezza.

Recensione “Gente allegra” di Victor Fleming (1942)
S03:E172

Recensione “Gente allegra” di Victor Fleming (1942)

"Gente allegra" è forse uno dei film più sottovalutati di Victor Fleming. Tratto dal romanzo "Pian della Tortilla" di Steinbeck (1935), racconta le avventure di un gruppo di paisanos nella Monterey degli anni '20.Spencer Tracy, Hedy Lamarr e John Garfield brillano nei panni di Danny, Dolores e Pilon, incarnando perfettamente lo spirito picaresco dei personaggi steinbeckiani. Fleming riesce a tradurre cinematograficamente la prosa poetica dell'autore, bilanciando commedia e dramma sociale con maestria.Un film che merita di essere riscoperto: testimonianza di quando Hollywood sapeva raccontare storie di umanità con grazia e autenticità.

Recensione "Pian della Tortilla" di John Steinbeck (1935)
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Recensione "Pian della Tortilla" di John Steinbeck (1935)

Oggi torniamo al 1935 per parlare di "Pian della Tortilla" il romanzo che fece conoscere John Steinbeck al grande pubblico, anticipando i capolavori che lo avrebbero reso immortale. Un'opera che ci porta nella Monterey della Grande Depressione tra i paisanos del quartiere messicano-americano, per raccontarci una lezione di umanità ancora attualissima.

Recensione “Fuochi d’artificio in pieno giorno” di Yi’nan Diao (2014)
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Recensione “Fuochi d’artificio in pieno giorno” di Yi’nan Diao (2014)

Una città industriale nel gelo dell’inverno cinese, un poliziotto disilluso, una serie di delitti brutali e misteriosi, una donna enigmatica che sembra custodire tutte le chiavi di un doloroso segreto.Con Fuochi d’artificio in pieno giorno, Yi’nan Diao firma un noir lirico e glaciale, dove le esplosioni emotive restano trattenute sotto la superficie, come brace sotto la neve. Orso d’Oro a Berlino 2014, il film è una danza di ombre, silenzi e solitudini, che racconta la Cina post-industriale meglio di qualsiasi cronaca.In questa puntata de "La Foglia d’Acanto", esploriamo un'opera sospesa tra thriller, dramma e poesia, dove ogni fotogramma brucia a bassa voce.

Recensione “Monster’s Ball – L’ombra della vita” di Marc Forster (2001)
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Recensione “Monster’s Ball – L’ombra della vita” di Marc Forster (2001)

"Monster’s Ball – L’ombra della vita" è un film che lacera e riconcilia, che attraversa il dolore umano come fosse un paesaggio bruciato, per poi ricostruire, nel silenzio, una possibilità di redenzione. Diretto da Marc Forster e interpretato magistralmente da Halle Berry (Oscar come miglior attrice protagonista) e Billy Bob Thornton, il film ci mette di fronte alla brutalità della colpa, del lutto e del razzismo, ma anche alla forza inattesa dell’amore che nasce nel punto più basso dell’esistenza.In questa puntata de "La Foglia d’Acanto", esploriamo un'opera cruda e poetica, capace di raccontare l'intimità e la solitudine come pochi altri film della sua epoca.

Recensione “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov (1967)
S03:E168

Recensione “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov (1967)

...Cosa succede quando il Diavolo arriva a Mosca negli anni Trenta, accompagnato da un gatto gigante che parla, un assassino in frac e una strega dai capelli rossi?Nel cuore di una società atea e oppressiva, Michail Bulgakov costruisce un romanzo visionario e provocatorio, dove realtà e fantasia si intrecciano in una satira profonda sull’arte, la fede e il potere. In questa puntata de "La Foglia d’Acanto", ci addentriamo nel capolavoro che ha sfidato la censura sovietica, incantato intere generazioni e cambiato per sempre la letteratura del Novecento.

Recensione “Milioni che scottano” di Eric Till (1968)
S03:E167

Recensione “Milioni che scottano” di Eric Till (1968)

Nel panorama cinematografico del 1968, Eric Till ci regala una commedia che mescola con sapiente equilibrio tensione e ironia. Con un cast affiatato, tra cui spiccano Peter Ustinov e Maggie Smith, e una regia che sa dosare perfettamente i ritmi, il film rappresenta un piccolo gioiello del cinema di genere degli anni Sessanta, capace di intrattenere senza mai prendersi troppo sul serio.

Recensione “Il cielo può attendere” di Ernst Lubitsch (1943)
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Recensione “Il cielo può attendere” di Ernst Lubitsch (1943)

Eleganza, ritmo moderno e sottile malizia si fondono nel capolavoro di Ernst Lubitsch del 1943. Scopriamo come "Il cielo può attendere" rivoluzionò la commedia cinematografica grazie all'inconfondibile "Lubitsch touch", influenzando generazioni di registi, tra cui il suo celebre allievo Billy Wilder. Un'analisi del film che osò trattare temi scabrosi come l'infedeltà coniugale, sfidando la rigida censura hollywoodiana fino a dover sacrificare il significato stesso del suo titolo.

Recensione “Pioggia” di William Somerset Maugham (2013)
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Recensione “Pioggia” di William Somerset Maugham (2013)

Nella raccolta "Pioggia", William Somerset Maugham ci regala due racconti magistrali che esplorano le profondità dell'animo umano. In "Pioggia", l'incessante precipitazione tropicale fa da sfondo al drammatico scontro tra la prostituta Sadie Thompson e il missionario Davidson, una battaglia di volontà che si trasforma in una riflessione spietata sull'ipocrisia morale. Ne "Il reprobo", l'autore disseziona con precisione chirurgica le complesse dinamiche familiari e il peso delle aspettative sociali. La prosa cristallina di Maugham, unita alla sua capacità di scavare nei lati più oscuri della natura umana, rende questi racconti scritti quasi un secolo fa sorprendentemente attuali e incisivi.

Recensione “Scritto col sangue” di Andrew Garve (1958)
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Recensione “Scritto col sangue” di Andrew Garve (1958)

"Scritto col sangue" è un piccolo gioiello dimenticato del giallo classico che merita riscoperta. Con uno stile asciutto ma evocativo, Andrew Garve intreccia suspense e critica sociale in un finale che ribalta ogni certezza. Un giallo d'altri tempi che parla sorprendentemente al lettore contemporaneo.

Recensione "La famiglia" di Ettore Scola (1986)
S03:E163

Recensione "La famiglia" di Ettore Scola (1986)

Tra quelle mura, ottant'anni di vita italiana: "La famiglia" di Ettore Scola, un capolavoro senza tempo dove volti, arredi e silenzi raccontano la Storia meglio di mille parole. Scopriamo insieme come il maestro del cinema italiano trasforma un appartamento romano nel palcoscenico della nostra memoria collettiva.

Recensione “Nella città l’inferno” di Renato Castellani (1959)
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Recensione “Nella città l’inferno” di Renato Castellani (1959)

In questo potente dramma carcerario ambientato nel penitenziario femminile di Regina Coeli, assistiamo all'incontro tra due donne agli antipodi: l'ingenua Lina, interpretata da Giulietta Masina, e la spregiudicata Egle, una straordinaria Anna Magnani in stato di grazia. La Magnani qui è una forza della natura: sfrontata, viscerale, magnetica nella sua interpretazione di una prostituta dal cuore d'oro che prende sotto la sua ala la timida compagna di cella."Nella città l'inferno" non è solo un film sulla reclusione fisica, ma una riflessione sulla prigione sociale e morale in cui molte donne erano confinate nell'Italia del dopoguerra. Un'opera che, attraverso la straordinaria chimica tra Magnani e Masina, due giganti del nostro cinema, ci regala sequenze di pura verità emotiva che restano impresse nella memoria.Un classico firmato da Renato Castellani da riscoprire, che brilla ancora oggi per la sua modernità e per la potenza delle sue interpretazioni.

Recensione “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo (1923)
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Recensione “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo (1923)

Attraverso il diario terapeutico di Zeno Cosini, un borghese triestino pieno di contraddizioni, Svevo ci regala un ritratto ironico e profondo dell'animo umano. È straordinario come un romanzo di cent'anni fa sembri parlare direttamente a noi contemporanei!Chi non si è mai sentito un po' "inetto" come Zeno? Chi non ha mai rimandato decisioni importanti proprio come lui fa con il vizio del fumo, promettendo sempre "questa è l'ultima sigaretta"?In questo romanzo troviamo tutto: l'influenza della nascente psicoanalisi di Freud, una struttura narrativa rivoluzionaria, e quella magnifica capacità di trasformare le nevrosi quotidiane in letteratura.Dai rapporti complicati con il padre al matrimonio "sbagliato", dalle avventure extraconiugali ai fallimenti professionali, seguiremo Zeno nel suo percorso tortuoso, sempre in bilico tra verità e bugie, tra salute e malattia. Insomma: un capolavoro immortale della letteratura.

Recensione “Misera e nobiltà” di Eduardo Scarpetta (1955)
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Recensione “Misera e nobiltà” di Eduardo Scarpetta (1955)

Oggi ci immergiamo in un autentico capolavoro della tradizione teatrale napoletana, rivisitato dal genio di uno dei più grandi maestri del teatro italiano: la ripresa televisiva di "Miseria e Nobiltà", commedia di Eduardo Scarpetta, diretta e interpretata da Eduardo De Filippo nel 1955 per la RAI .In questa straordinaria operazione culturale, Eduardo non si limita a mettere in scena il celebre testo del padre adottivo Scarpetta, ma lo reinterpreta con la profondità e l'intensità che solo il suo sguardo poteva conferire a un'opera che oscilla sapientemente tra la risata irresistibile e la riflessione sociale più amara.La trasposizione televisiva del 1955 rappresenta un documento storico di valore inestimabile: Eduardo, nei panni dello squattrinato scrivano Felice Sciosciammocca, trasforma la fame e la miseria in uno strumento di analisi impietosa della società, senza mai perdere il contatto con quella comicità dirompente che è il marchio di fabbrica della tradizione napoletana.Attraverso la potenza espressiva della sua interpretazione e la sapiente direzione degli attori, Eduardo riesce a rinnovare un testo già entrato nell'immaginario collettivo, trasformandolo in un affresco universale sulla dignità umana che resiste anche nelle condizioni più estreme.Un'occasione imperdibile per riscoprire come il teatro e la televisione italiana degli anni '50 abbiano saputo fondere tradizione e innovazione, creando un prodotto culturale che, a quasi settant'anni di distanza, continua a emozionare e far riflettere.

Recensione “La nave dei folli” di Stanley Kramer (1965)
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Recensione “La nave dei folli” di Stanley Kramer (1965)

"La nave dei folli": quando il cinema del passato parla del nostro presente. Un viaggio nell'inquietante capolavoro di Stanley Kramer del 1965 che, come un oracolo cinematografico, aveva già previsto le fratture sociali e i pericoli che affrontiamo oggi. Un cast stellare fra cui spiccano: Vivie Leigh, Lee Marvin, Simone Signoret e Oskar Werner. Ascolta come una nave diretta verso la Germania nazista diventa la metafora perfetta della nostra società alla deriva.

Recensione “Myra Breckinridge” di Gore Vidal (1968)
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Recensione “Myra Breckinridge” di Gore Vidal (1968)

"Il romanzo più oltraggiante mai scritto da un americano rispettabile." Così il Time definì "Myra Breckinridge" quando Gore Vidal lo pubblicò nel 1968, scatenando uno scandalo letterario e culturale senza precedenti."Myra Breckinridge" non è solo un capolavoro di satira, ma un testo profetico che ha anticipato di decenni le discussioni contemporanee su identità di genere e la fluidità sessuale. Il romanzo, inizialmente considerato pornografico e degenerato, è oggi riconosciuto come una pietra miliare della letteratura queer e un classico della controcultura americana.In questa puntata esploreremo la bomba letteraria che continua a detonare a distanza di oltre mezzo secolo, analizzando la visione radicale di Vidal, la sua rivoluzionaria rappresentazione del genere, e l'impatto duraturo di un'opera che sfida ancora oggi le nostre certezze identitarie.

Recensione “Quinto non ammazzare!” di Robert Siodmak (1944)
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Recensione “Quinto non ammazzare!” di Robert Siodmak (1944)

Un uomo gentile può trasformarsi in assassino? Robert Siodmak esplora questa inquietante domanda nel suo noir del 1944, "Quinto non ammazzare!".Charles Laughton interpreta magistralmente Philip Marshall, commerciante londinese intrappolato in un matrimonio infelice che intravede una possibilità di felicità quando incontra una giovane stenografa. Ma il suo cammino verso la libertà si rivelerà oscuro e pericoloso.Laughton offre una delle sue interpretazioni più sfumate, creando un personaggio moralmente ambiguo che conquista la nostra simpatia nonostante le sue azioni. Siodmak, con la sua regia di derivazione espressionista, trasforma la Londra vittoriana in uno spazio claustrofobico dove luci e ombre rispecchiano i tormenti interiori del protagonista.Oggi analizzeremo questo gioiello del noir americano che ci chiede: quando un crimine può essere giustificato? La giustizia e la legge coincidono sempre?

Recensione “Zaffiro & Acciaio” di Peter J. Hammond (1979-1982)
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Recensione “Zaffiro & Acciaio” di Peter J. Hammond (1979-1982)

Immaginate un mondo in cui il tempo non è solo una dimensione, ma una forza pericolosa capace di creare fratture nella realtà. In questo episodio del mio podcast, esploriamo l'affascinante universo di "Zaffiro e Acciaio", la serie britannica degli anni '80 che ha saputo creare un'atmosfera unica di inquietudine metafisica con mezzi produttivi limitati. Scopriremo come Joanna Lumley e David McCallum abbiano dato vita a due dei personaggi più enigmatici della storia della televisione: agenti interdimensionali inviati a riparare le crepe nel tessuto temporale. Una produzione minimalista che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama della fantascienza televisiva e che, a più di quarant'anni dalla sua creazione, continua a influenzare la cultura pop contemporanea. Unitevi a me per riscoprire questo gioiello nascosto che ha sfidato le convenzioni e, proprio come i suoi protagonisti, ha saputo trascendere il tempo.

Recensione “Traditori di tutti” di Giorgio Scerbanenco (1966)
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Recensione “Traditori di tutti” di Giorgio Scerbanenco (1966)

Nel cupo scenario della Milano anni '60, Giorgio Scerbanenco ci consegna con "Traditori di Tutti", uno dei capitoli più intensi del ciclo di Duca Lamberti. Un ex-medico radiato dall'albo, un omicidio efferato e una città in piena trasformazione sono gli ingredienti di questo noir italiano che ha segnato un prima e un dopo nella letteratura gialla del nostro paese.Scerbanenco dipinge una Milano violenta e contraddittoria, teatro perfetto per un'indagine che scava nelle pieghe più oscure della società del boom economico. La prosa asciutta e tagliente dell'autore non concede tregua, trascinandoci in un vortice di crimine, vendetta e giustizia personale dove nessuno è veramente innocente.Nel podcast di oggi esplorerò come "Traditori di Tutti" abbia rivoluzionato il genere noir italiano, introducendo tematiche sociali e una crudezza narrativa all'epoca inedite, e come l'umanità tormentata di Duca Lamberti rappresenti ancora oggi uno dei personaggi più affascinanti della letteratura gialla italiana.

Recensione “La vita segreta delle parole” di Isabel Coixet (2005)
S03:E155

Recensione “La vita segreta delle parole” di Isabel Coixet (2005)

Nel film di Isabel Coixet del 2005, "La Vita Segreta delle Parole", il silenzio diventa un personaggio potente quanto i protagonisti stessi. Questa delicata opera cinematografica ci porta su una piattaforma petrolifera isolata dove due anime ferite - Hanna, un'infermiera dal passato traumatico interpretata magistralmente da Sarah Polley, e Josef, un paziente temporaneamente cieco interpretato da Tim Robbins - trovano una connessione inaspettata attraverso le parole che lentamente emergono dal silenzio.La Coixet tesse una narrazione che esplora con sensibilità temi di trauma, guarigione e la potenza redentrice dell'ascolto. Un film che sussurra anziché gridare, invitandoci a prestare attenzione non solo a ciò che viene detto, ma anche agli spazi vuoti tra le parole.In questa puntata parla di come questo gioiello cinematografico utilizza il minimalismo visivo e sonoro per raccontare una storia profondamente umana sulla capacità di rinascere dalle ceneri del dolore.

Recensione “Nulla sul serio” di William A. Wellman (1937)
S03:E154

Recensione “Nulla sul serio” di William A. Wellman (1937)

In questa puntata ci immergiamo in un classico della commedia americana: "Nulla sul serio" del 1937, capolavoro di William A. Wellman. Esploriamo questa graffiante satira sui media e sulla celebrità che, nonostante gli oltre 80 anni, mantiene una sorprendente attualità. Con le brillanti interpretazioni di Carole Lombard e Fredric March, il film racconta la storia di una piccola truffa mediatica che si trasforma in un fenomeno nazionale, anticipando tematiche ancora oggi rilevanti. Scopriremo insieme come questa commedia riesca a mescolare umorismo nero e critica sociale con un'eleganza che ha resistito alla prova del tempo.

Recensione “Here” di Robert Zemeckis (2024)
S03:E153

Recensione “Here” di Robert Zemeckis (2024)

In questa puntata ci immergiamo nell'ultimo capolavoro di Robert Zemeckis, "Here". Un viaggio cinematografico, ispirato al bellissimo romanzo grafico "Qui" di Richard McGuire, attraverso il tempo che segue un singolo angolo di terra nel corso di millenni, con Tom Hanks e Robin Wright nuovamente insieme dopo "Forrest Gump". Scopriremo come Zemeckis trasforma un concetto apparentemente semplice in una profonda riflessione sulla nostra esistenza effimera e sulle tracce che lasciamo nel mondo. Un film che sfida le convenzioni e offre un'esperienza visiva straordinaria per chi è disposto a lasciarsi trasportare dal suo flusso meditativo.

Recensione “La fattoria del Coup de Vague” di Georges Simenon (1939)
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Recensione “La fattoria del Coup de Vague” di Georges Simenon (1939)

Nel cuore della Normandia, un dramma umano di rara intensità: "La fattoria del Coup de Vague" di Georges Simenon ci immerge in un microcosmo rurale soffocante dove passioni represse, tensioni familiari e segreti inconfessabili esplodono in tragedia. Vi racconto perché questo romanzo del maestro belga, lontano dalle indagini del commissario Maigret, rappresenta uno dei vertici della sua produzione letteraria. Un'opera dove Simenon mette a nudo l'animo umano con la sua proverbiale economia di mezzi, trasformando una fattoria battuta dalle onde in un palcoscenico universale della condizione umana.

Recensione “I misteri del giardino di Compton House” di Peter Greenaway (1982)
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Recensione “I misteri del giardino di Compton House” di Peter Greenaway (1982)

Un enigma visivo avvolto in una sinfonia barocca: "I misteri del giardino di Compton House" di Peter Greenaway è un'opera che sfida ogni convenzione narrativa. Vi racconto perché questo film del 1982 rappresenta un vertice del cinema sperimentale britannico, con il suo intricato giallo ambientato nell'Inghilterra del XVII secolo, la sua ossessiva composizione visiva e la straordinaria colonna sonora di Michael Nyman. Un'opera dove arte, potere e morte si intrecciano in un labirinto di significati nascosti e dove ogni inquadratura è una tela dipinta con maniacale precisione.

Recensione “Qui” di Richard McGuire (2014)
S03:E150

Recensione “Qui” di Richard McGuire (2014)

"Qui" di Richard McGuire: un unico angolo di casa che attraversa millenni di storia umana e milioni di anni della Terra. Vi racconto perché questo romanzo grafico è una rivoluzione narrativa che trasforma un semplice spazio domestico in un viaggio attraverso il tempo. Un fumetto che sfida la nostra percezione del tempo e dello spazio con una tecnica visiva innovativa e un messaggio profondamente filosofico sulla fragilità dell'esistenza umana.

Recensione “I diabolici” di Henri-Georges Clouzot (1955)
S03:E149

Recensione “I diabolici” di Henri-Georges Clouzot (1955)

Il capolavoro del thriller psicologico francese: "I diabolici" di Henri-Georges Clouzot, un film che ha ridefinito il concetto di suspense cinematografica nel 1955. Vi racconto perché questa pellicola inquietante, con il suo piano omicida perfetto, i suoi colpi di scena sconvolgenti e la sua magistrale costruzione della tensione, continua a essere un punto di riferimento imprescindibile del cinema noir. Un'opera che ha influenzato persino Hitchcock e che, ancora oggi, sa come gelare il sangue nelle vene.

Recensione “Tre fratelli” di Francesco Rosi (1980)
S03:E148

Recensione “Tre fratelli” di Francesco Rosi (1980)

Dal Sud alle grandi domande esistenziali: "Tre fratelli" di Francesco Rosi è un affresco potente dell'Italia degli inizi degli anni '80. Il film riunisce tre straordinari interpreti - Philippe Noiret, Michele Placido e Vittorio Mezzogiorno - in un ritorno alle radici che diventa riflessione sul destino personale e collettivo. Attraverso il lutto per la madre, Rosi esplora magistralmente le tensioni sociali di un'epoca segnata dal terrorismo e dalle trasformazioni. Nella mia recensione, vi racconto perché questa opera rimane una pietra miliare del cinema italiano d'autore.

Recensione “3 uomini in fuga” di Gérard Oury (1966)
S03:E147

Recensione “3 uomini in fuga” di Gérard Oury (1966)

Risate senza confini: "Tre uomini in fuga" è una tempesta di comicità che attraversa l'Europa! Il genio di Gérard Oury dirige il duo esplosivo Bourvil-De Funès in una rocambolesca avventura di fughe e travestimenti nella Francia occupata. Un classico della commedia francese del 1966 che mescola umorismo e tensione in un cocktail irresistibile. Un film che continua a farci ridere dopo quasi 60 anni!

Recensione “Les Parapluies de Cherbourg” di Jacques Demi (1964)
S03:E146

Recensione “Les Parapluies de Cherbourg” di Jacques Demi (1964)

Quando la vita può essere una canzone: "Les Parapluies de Cherbourg" è un arcobaleno di emozioni dove ogni parola è nota musicale. Il capolavoro di Jacques Demy, con Catherine Deneuve, racconta un amore interrotto dalla guerra attraverso colori vividi e la sublime musica di Michel Legrand. Vi porto alla scoperta di questo gioiello del 1964 che ha rivoluzionato il cinema musicale europeo.

Recensione “I commedianti” di Peter Glenville (1967)
S03:E145

Recensione “I commedianti” di Peter Glenville (1967)

Haiti sotto il regime di "Papa Doc" Duvalier fa da sfondo a "I commedianti", inquietante dramma del 1967 diretto da Peter Glenville. Tratto dal romanzo di Graham Greene, il film vanta un cast stellare con Richard Burton, Elizabeth Taylor, Alec Guinness e Lilian Gish che si muovono in un'isola soffocata dalla dittatura. Una pellicola che esplora temi universali come la corruzione del potere, l'impegno politico e la ricerca di redenzione personale, il tutto ambientato in un paradiso tropicale trasformato in inferno.

Recensione “We Want Sex” di Nigel Cole (2010)
S03:E144

Recensione “We Want Sex” di Nigel Cole (2010)

Quando la lotta per i diritti diventa una rivoluzione! "We Want Sex" racconta la vera storia delle operaie Ford che nel 1968 cambiarono per sempre la storia dei diritti delle donne nel Regno Unito. Sally Hawkins guida un cast straordinario in questa commedia drammatica diretta da Nigel Cole che ci ricorda come la parità salariale sia stata una conquista, non un regalo. Un film da riscoprire che intreccia perfettamente umorismo britannico e impegno sociale.

Recensione "Agorà" di Alejandro Amenábar (2009)
S03:E143

Recensione "Agorà" di Alejandro Amenábar (2009)

Nel capolavoro storico "Agorà" , Alejandro Amenábar ci regala il ritratto di una donna straordinaria. Rachel Weisz interpreta magistralmente Ipazia, matematica e filosofa dell'antica Alessandria, simbolo della cultura e del pensiero razionale in un'epoca di crescente fanatismo. Questo film, visivamente stupendo e intellettualmente stimolante, racconta una storia di 1600 anni fa che parla direttamente al nostro presente.

Recensione "L'uomo che metteva in ordine il mondo" di Fredrik Backman (2012)
S03:E142

Recensione "L'uomo che metteva in ordine il mondo" di Fredrik Backman (2012)

"L'uomo che metteva in ordine il mondo" è un romanzo che conquista il cuore con la sua apparente semplicità. Dietro la facciata burbera del protagonista Ove, un uomo di 59 anni pedante e ligio alle regole, si nasconde una storia di profonda umanità.Il romanzo di Backman ci porta a scoprire come dietro il carattere difficile di un uomo solitario possano celarsi un'anima sensibile e un passato segnato da perdite significative. Quando i nuovi vicini irrompono nella sua vita ordinata, Ove si ritrova coinvolto in situazioni che lo costringeranno ad abbattere i muri che ha costruito intorno a sé.Una lettura che alterna momenti di autentica commozione a scene di irresistibile comicità, regalandoci una riflessione sulla solitudine, sul lutto e sulla capacità di ricominciare anche quando sembra impossibile.

Recensione “L’asso nella manica” di Billy Wilder (1951)
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Recensione “L’asso nella manica” di Billy Wilder (1951)

"L'asso nella manica" di Billy Wilder è un'opera brutalmente onesta che anticipa di decenni la spettacolarizzazione dell'informazione moderna. Kirk Douglas interpreta magistralmente un giornalista senza scrupoli che manipola un drammatico incidente per tornare alla ribalta, trasformando una tragedia in uno show mediatico. Nonostante l'insuccesso iniziale, oggi è considerato un film profetico sulla mercificazione del dolore e sull'etica giornalistica, temi che purtroppo restano attualissimi anche a distanza di 70 anni.

Recensione "Una questione d'onore" di Luigi Zampa (1966)
S03:E140

Recensione "Una questione d'onore" di Luigi Zampa (1966)

"Una questione d'onore" di Luigi Zampa è un gioiello della commedia all'italiana che, nel 1966, porta sul grande schermo uno sguardo ironico e acuto sulle tradizioni della Sardegna. Protagonista assoluto è un magnifico Ugo Tognazzi nei panni di Efisio Mulas, un pastore sardo costretto a vendicare l'onore della sorella secondo il rigido codice barbaricino. Con il suo consueto equilibrio tra humor e critica sociale, Zampa costruisce una narrazione che, mentre diverte, riesce a mettere in discussione l'assurdità di certi retaggi culturali, offrendo una riflessione ancora attuale sul conflitto tra tradizione e modernità.

Recensione “La tela animata” di Jean-François Laguionie (2011)
S03:E139

Recensione “La tela animata” di Jean-François Laguionie (2011)

"La tela animata" di Jean-François Laguionie è una perla rara dell'animazione contemporanea che invita lo spettatore in un mondo dove arte e realtà si fondono in modo sorprendente. Questo film del 2011, conosciuto in originale come "Le Tableau", presenta un'idea rivoluzionaria: cosa succederebbe se i personaggi di un dipinto incompiuto prendessero vita e iniziassero a interrogarsi sulla propria esistenza e sul loro creatore? Attraverso una raffinata estetica che omaggia diverse correnti pittoriche, Laguionie ci offre una favola filosofica sulla creazione artistica, la ricerca d'identità e la lotta contro le discriminazioni, il tutto avvolto in un'atmosfera visiva di straordinaria bellezza.

Recensione “La lunga notte del ‘43” di Florestano Vancini (1960)
S03:E138

Recensione “La lunga notte del ‘43” di Florestano Vancini (1960)

"La lunga notte del '43" di Florestano Vancini è un'opera fondamentale del cinema italiano che porta sullo schermo uno degli episodi più drammatici della guerra civile in Italia. Tratto da un racconto di Giorgio Bassani, e scritto da Pier Paolo Pasolini e Ennio De Concini, il film del 1960 ricostruisce con rigore storico e potenza espressiva l'eccidio fascista avvenuto a Ferrara nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1943. Attraverso lo sguardo di personaggi ordinari travolti dalla Storia, Vancini firma un'opera che rappresenta uno dei più lucidi e coraggiosi ritratti cinematografici del fascismo italiano e delle sue atrocità.

Recensione “Il segreto degli Incas” di Jerry Hopper (1954)
S03:E137

Recensione “Il segreto degli Incas” di Jerry Hopper (1954)

Nel 1954, mentre Hollywood esplorava le meraviglie del grande schermo a colori, Jerry Hopper dirigeva un'avventura che avrebbe lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema d'azione: "Il Segreto degli Incas". Questo film, oggi relativamente dimenticato, rappresenta un tassello fondamentale nella genealogia dell'avventura cinematografica, poiché in esso troviamo il DNA di uno dei personaggi più iconici di sempre.Charlton Heston interpreta Harry Steele, un avventuriero cinico e affascinante che, tra le antiche rovine di Machu Picchu, insegue tesori perduti indossando un cappello a tesa larga e una giacca di pelle. Se questa descrizione vi suona familiare, non è un caso: quasi trent'anni dopo, George Lucas e Steven Spielberg avrebbero creato Indiana Jones attingendo visibilmente a questa fonte d'ispirazione.La pellicola ci trasporta in un Perù esotico, dove misteri ancestrali e avidità contemporanea si intrecciano in una caccia al tesoro che anticipa molti dei temi che avrebbero reso celebre la saga di Indiana Jones...

Recensione “Maigret e il cliente del sabato” di Georges Simenon (1963)
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Recensione “Maigret e il cliente del sabato” di Georges Simenon (1963)

Un giallo atipico del 1963 che capovolge la classica struttura del poliziesco. Un uomo qualunque si presenta da Maigret preannunciando un omicidio che lui stesso commetterà, senza sapere quando. Non il solito "chi è stato?" ma un inquietante "chi sarà?". Simenon, con la sua prosa asciutta e l'impareggiabile capacità di scavare nella psicologia umana, trasforma una semplice indagine in un viaggio nelle frustrazioni e solitudini della vita moderna.

Recensione "A prova di errore" di Sidney Lumet (1964)
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Recensione "A prova di errore" di Sidney Lumet (1964)

Capolavoro di Sidney Lumet del 1964, questo film si erge come uno dei più agghiaccianti e lucidi ritratti della Guerra Fredda mai realizzati. Mentre l'ombra della minaccia nucleare incombeva sul mondo, Lumet ci presenta un thriller politico di straordinaria tensione che esplora il terrificante scenario di un errore tecnico che mette in moto un attacco nucleare americano contro Mosca. Con un impressionante cast che include Henry Fonda, Walter Matthau e Dan O'Herlihy, il film si distingue per la sua regia claustrofobica e minimalista, priva di colonna sonora, che amplifica l'angoscia di uomini di potere intrappolati in una situazione che rischia di precipitare l'umanità verso l'apocalisse. Attraverso un ritmo narrativo implacabile e dialoghi affilati come rasoi, Lumet costruisce un'opera che, a distanza di decenni, conserva intatta la sua potenza emotiva e la sua rilevanza politica.

Recensione “Ernest & Celestine” di S. Aubier, V. Patar e B. Renner (2012)
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Recensione “Ernest & Celestine” di S. Aubier, V. Patar e B. Renner (2012)

"Ernest & Celestine" è una piccola gemma dell'animazione che incanta con la sua delicata semplicità. Questo film franco-belga narra l'improbabile amicizia tra un orso musicista e solitario e una topolina sognatrice, in un mondo dove orsi e topi sono destinati a odiarsi. Con il suo stile visivo che ricorda acquerelli disegnati a mano e una storia di profonda tenerezza, il film ci ricorda come le più belle amicizie nascano spesso superando le barriere sociali e i pregiudizi. Una favola moderna che parla con la stessa intensità a grandi e piccini, lasciando nel cuore un messaggio di speranza e accettazione.

Recensione “La grande corsa” di Blake Edwards (1965)
S03:E133

Recensione “La grande corsa” di Blake Edwards (1965)

In un'epoca in cui il cinema comico si trasformava, "La grande corsa" (The Great Race) di Blake Edwards si staglió come un monumento all'eccesso e alla risata sfrenata. Questo film del 1965, ispirato alla vera gara automobilistica New York-Parigi del 1908, ci trasporta in un mondo coloratissimo popolato da personaggi indimenticabili interpretati da Tony Curtis, Jack Lemmon e Natalie Wood. Una commedia slapstick dai ritmi perfetti che, a distanza di quasi sessant'anni, conserva intatto il suo fascino e la capacità di divertire spettatori di ogni età.

Recensione “Un film Minecraft” di Jared Hess (2025)
S03:E132

Recensione “Un film Minecraft” di Jared Hess (2025)

Andare al cinema con i figli si è trasformato in un sorprendente viaggio nella nostalgia! "Un Film Minecraft" con Jack Black non è solo per bambini - è una delizia anche per noi genitori che abbiamo passato notti insonni a costruire mondi di blocchi. Spoiler: uscendo dal cinema ho riacceso il computer... 🎮 👨‍👦‍👦 🍿

Recensione “Il segno del comando” di Daniele D’Anza (1971)
S03:E131

Recensione “Il segno del comando” di Daniele D’Anza (1971)

Mistero, esoterismo e un'atmosfera gotica nella Roma degli anni '70 sono gli ingredienti principali de "Il segno del comando", lo sceneggiato televisivo diretto da Daniele D'Anza che segnò un momento cruciale nella storia della fiction italiana. Andato in onda per la prima volta nel 1971 sulla Rai, questo cult della televisione italiana affascinò milioni di spettatori con la sua miscela unica di suspense soprannaturale e ambientazioni storiche suggestive. Attraverso la storia del professor Lancelot Edward Foster, interpretato da un magistrale Ugo Pagliai, lo sceneggiato ci conduce in un viaggio tra passato e presente, realtà e sogno, in una Roma notturna e inquietante, popolata da presenze enigmatiche e legata a una misteriosa maledizione secolare. A distanza di oltre cinquant'anni, "Il segno del comando" rimane una pietra miliare della televisione italiana, capace di esercitare ancora oggi un fascino intramontabile.

Recensione “La balena alla fine del mondo” di John Ironmonger (2015)
S03:E130

Recensione “La balena alla fine del mondo” di John Ironmonger (2015)

"La balena alla fine del mondo" è un romanzo che intreccia magistralmente una storia personale con temi universali di ecologia, destino e connessione umana. Ambientato in un piccolo villaggio sulla costa della Cornovaglia, il libro ci presenta Joe Haak, un analista finanziario in fuga dalla vita frenetica di Londra, che si ritrova coinvolto in eventi straordinari quando una balena si arena sulla spiaggia locale proprio mentre il suo sofisticato algoritmo predice un imminente collasso globale.

Recensione “Resident Alien” di Peter Hogan e Steve Parkhouse (2012)
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Recensione “Resident Alien” di Peter Hogan e Steve Parkhouse (2012)

Peter Hogan, che lo scrive, e Steve Parkhouse che lo disegna, creano un alieno-detective che conquista con il suo sguardo disincantato sull'umanità. 'Benvenuto sulla Terra!' e 'La bionda suicida' mescolano fantascienza e giallo in una piccola città americana piena di segreti. Se amate storie di outsider con un tocco di mistero, questa è la lettura che fa per voi...

Recensione “La camera azzurra” di Georges Simenon (1963)
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Recensione “La camera azzurra” di Georges Simenon (1963)

Nel capolavoro del 1963 "La camera azzurra", Georges Simenon abbandona il suo celebre commissario Maigret per immergerci in un noir psicologico di rara intensità. Con la sua inconfondibile prosa asciutta ed essenziale, Simenon costruisce una spirale discendente di passione proibita, tradimento e colpa, esplorando gli abissi dell'animo umano con uno sguardo implacabile. Attraverso la storia di Tony e Andrée, amanti clandestini in una piccola città di provincia francese, l'autore belga disseziona con chirurgica precisione i meccanismi del desiderio e le terribili conseguenze che possono scaturire quando la passione travalica ogni limite morale e sociale.

Recensione “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis (1985)
S03:E127

Recensione “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis (1985)

Iconico film di Robert Zemeckis del 1985 che ha rivoluzionato il genere fantascientifico con un mix perfetto di avventura, commedia e cuore. La storia di Marty McFly, interpretato da un grande Michael J. Fox, e dello scienziato eccentrico Doc Brown (Christopher Lloyd) ci trasporta in un viaggio nel tempo a bordo di una DeLorean trasformata in macchina del tempo. Quando Marty si ritrova catapultato nel 1955, dovrà fare i conti con il passato dei suoi genitori e assicurarsi di non alterare il suo stesso futuro. Zemeckis ha creato un'opera che riesce a essere contemporaneamente divertente, emozionante e riflessiva, con dialoghi memorabili e sequenze che sono diventate pietre miliari della cultura pop. Un film che, nonostante i quasi quattro decenni trascorsi, continua a incantare generazioni di spettatori con la sua magia senza tempo.

Recensione “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli (1968)
S03:E126

Recensione “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli (1968)

Capolavoro di Mario Monicelli del 1968 che vede protagonista una straordinaria Monica Vitti nel ruolo di Assunta Patanè. Una commedia all'italiana che diventa viaggio di emancipazione, dove una giovane siciliana, disonorata e abbandonata, insegue il suo seduttore fino in Scozia con l'intento di vendicarsi, ma finisce per scoprire un mondo nuovo e la propria indipendenza. Monicelli dipinge con ironia e profondità il contrasto tra la mentalità tradizionalista siciliana e la modernità britannica degli anni '60, mentre Vitti regala una delle sue interpretazioni più memorabili, passando dalla goffaggine iniziale alla consapevolezza di una donna nuova. Un film che, oltre mezzo secolo dopo, rimane attuale nel suo messaggio di libertà e autodeterminazione femminile.

Recensione di "Flow" di Gints Zilbalodis (2024)
S03:E125

Recensione di "Flow" di Gints Zilbalodis (2024)

Il nuovo capolavoro animato di Gints Zilbalodis, già autore del bellissimo "Away" del 2019, che ci trasporta in un mondo post-apocalittico dove l'acqua diventa protagonista. Un'esperienza visiva ipnotica, senza dialoghi ma ricca di emozioni.

Recensione “L’uomo venuto dall’impossibile” di Nicholas Meyer (1979)
S03:E124

Recensione “L’uomo venuto dall’impossibile” di Nicholas Meyer (1979)

Malcolm McDowell nei panni di H.G. Wells, è il protagonista di un'affascinante pellicola che porta l'autore de "La macchina del tempo" al centro della sua stessa fantasia. Quando Jack lo Squartatore (David Warner) utilizza la macchina del tempo di Wells per fuggire nella San Francisco contemporanea, lo scrittore si lancia in un inseguimento attraverso il tempo. Tra suspense, romanticismo e riflessioni sul progresso tecnologico e sulla decadenza della società, il film offre uno sguardo originale sul conflitto tra l'idealismo vittoriano e la cruda realtà moderna.

Recensione “La fine è nota” di Geoffrey Holiday Hall (1992)
S03:E123

Recensione “La fine è nota” di Geoffrey Holiday Hall (1992)

"La fine è nota" di Geoffrey Holiday Hall, pubblicato in italiano nel 1992, è un thriller psicologico che gioca magistralmente con il concetto di destino ineluttabile. Un romanzo dove, come suggerisce il titolo, conosciamo fin dall'inizio l'esito della vicenda, ma restiamo comunque avvinti dalla narrazione che ci porta a scoprire il come e il perché. L'ambientazione claustrofobica e l'analisi psicologica dei personaggi rendono questo libro una lettura avvincente, dove la suspense nasce non dall'incertezza del finale, ma dal percorso che porta all'inevitabile conclusione.

Recensione "Alan Ford" di Max Bunker e Magnus (1969)
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Recensione "Alan Ford" di Max Bunker e Magnus (1969)

Torniamo alle origini di un mito del #fumetto italiano! Ho riletto con grande gusto le prime due storiche puntate di Alan Ford del 1969, quando il genio di Max Bunker e la matita di Magnus diedero vita a uno degli universi più surreali e satirici del nostro panorama fumettistico. Con queste due prime avventure, un finto negozio di fiori e un dente cariato, scopriamo come tutto ebbe inizio per il Gruppo TNT.

Recensione del film “La doppia vita di Dan Craig” di Karel Reisz (1964)
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Recensione del film “La doppia vita di Dan Craig” di Karel Reisz (1964)

Capolavoro del 1964 diretto dal maestro Karel Reisz. Albert Finney offre una delle interpretazioni più inquietanti della sua carriera nei panni di Dan, un uomo dal fascino magnetico che nasconde un lato oscuro terrificante. Un thriller psicologico che scava nelle profondità della mente umana con una regia elegante e claustrofobica. La tensione cresce impercettibilmente fino a un finale che vi lascerà senza fiato. Un gioiello britannico, spesso sottovalutato, che merita un posto tra i grandi classici del genere.

Recensione “Lezioni Americane – Sei proposte per il prossimo millennio” di Italo Calvino (1988)
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Recensione “Lezioni Americane – Sei proposte per il prossimo millennio” di Italo Calvino (1988)

Questo è il testamento letterario di Italo Calvino che non il grande scrittore non riuscì mai a pronunciare. Scritte per le celebri Norton Lectures ad Harvard nel 1985, ma pubblicate postume nel 1988, queste sei "proposte per il prossimo millennio" (leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza) rappresentano la riflessione di uno dei più grandi scrittori italiani sul futuro della letteratura. Un viaggio illuminante attraverso i valori che Calvino riteneva essenziali per affrontare il XXI secolo, in un'opera che ha influenzato generazioni di lettori e scrittori. Un libro che, a distanza di decenni, continua a parlarci con sorprendente attualità.

Recensione “Lo straccione” di Carl Reiner (1979)
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Recensione “Lo straccione” di Carl Reiner (1979)

Recensione del film "Lo Straccione" del 1979: questa è la commedia che lanciò Steve Martin come stella di Hollywood! Diretta dal maestro Carl Reiner, questa pellicola cult segue l'assurda ascesa e caduta di Navin Johnson, un ingenuo "nato povero figlio di una famiglia di colore" che conquista una fortuna per poi perderla in un battito di ciglia. Pietra miliare della commedia demenziale americana, tra gag surreali e momenti di pura follia, questo film ha definito un'intera generazione di comici.

Recensione “L’isola degli idealisti” di Giorgio Scerbanenco (2018)
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Recensione “L’isola degli idealisti” di Giorgio Scerbanenco (2018)

Un'utopia che si sgretola sotto il peso delle contraddizioni umane: "L'Isola degli Idealisti" di Giorgio Scerbanenco ci porta in un esperimento sociale destinato al fallimento. Scopriamo insieme questo romanzo meno noto ma sorprendentemente attuale del maestro del noir italiano.

Recensione del film “Norma Rae” di Martin Ritt (1979)
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Recensione del film “Norma Rae” di Martin Ritt (1979)

Recensione del film: nel panorama cinematografico del 1979, Martin Ritt ci regala con "Norma Rae" una delle più potenti rappresentazioni della lotta operaia mai portate sul grande schermo. Al centro di questa storia di emancipazione e giustizia sociale troviamo una straordinaria Sally Field, che con la sua interpretazione viscerale e autentica si è guadagnata meritatamente l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista. La pellicola, ispirata alla vera storia dell'attivista sindacale Crystal Lee Sutton, ci trasporta nelle difficili condizioni di una fabbrica tessile del profondo sud degli Stati Uniti, dove una giovane madre single trova il coraggio di sfidare un sistema oppressivo e di diventare la voce di chi non ha voce.

Recensione del libro “La controspia” di Peter Ustinov (1990)
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Recensione del libro “La controspia” di Peter Ustinov (1990)

Recensione del libro "La controspia". Con la stessa acuta intelligenza che caratterizzava le sue interpretazioni sul grande schermo e sul palcoscenico, Ustinov costruisce due racconti divertenti e godibilissimi: "La controspia" e "Non chiamatelo naso". Con uno stile ironico e sofisticato, Ustinov dipinge un affresco di personaggi memorabili, svelando l'assurdità della burocrazia internazionale e l'umanità fragile che si nasconde dietro le maschere.

“La segretaria quasi privata” di Walter Lang (1957)
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“La segretaria quasi privata” di Walter Lang (1957)

Recensione del film. In un'epoca dominata dall'intelligenza artificiale e dal dibattito sul suo impatto sul lavoro, riscoprire "La segretaria quasi privata" di Walter Lang è un'esperienza illuminante. Questo gioiello cinematografico con Spencer Tracy e Katharine Hepburn non solo delizia con la sua brillante commedia romantica, ma sorprende per la sua visione profetica: un enorme computer minaccia di sostituire un team di bibliotecarie. Un film che, con 68 anni di anticipo, ha perfettamente intuito le ansie e le speranze della nostra era digitale, dimostrando che certe preoccupazioni umane trascendono il tempo.

“Giorno maledetto” di John Sturges (1955)
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“Giorno maledetto” di John Sturges (1955)

Recensione del film "Giorno maledetto di John Sturges. Con un imponente Spencer Tracy nei panni del protagonista John J. Macreedy, il film ci porta in una piccola cittadina deserta del Sud-Ovest americano, dove l'arrivo di un misterioso uomo con un braccio solo scatena tensioni e sospetti tra gli abitanti. Ambientato nell'immediato secondo dopoguerra, il film affronta con coraggio temi come il razzismo, la colpa collettiva e l'omertà, avvolgendo tutto in un'atmosfera claustrofobica e minacciosa. Sturges dirige con mano sicura questa parabola morale che, pur nella sua semplicità narrativa, si rivela un potente atto d'accusa contro l'intolleranza e la codardia sociale.

“Un affare di donne” di Claude Chabrol (1988)
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“Un affare di donne” di Claude Chabrol (1988)

Recensione del film: Claude Chabrol realizza com maestria una delle sue opere più potenti e disturbanti. Ambientato nella Francia occupata durante la Seconda Guerra Mondiale, il film racconta la vera storia di Marie-Louise Giraud, interpretata da una straordinaria Isabelle Huppert. Questa donna comune, per sopravvivere alle difficoltà economiche del periodo, inizia a praticare aborti clandestini, finendo per diventare una delle ultime donne giustiziate in Francia. Con uno sguardo lucido e spietato, Chabrol dipinge un ritratto complesso della società francese sotto il regime di Vichy, esplorando temi come la moralità in tempi di crisi, l'emancipazione femminile e l'ipocrisia sociale.

“Luv vuol dire amore?” di Clive Donner (1967)
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“Luv vuol dire amore?” di Clive Donner (1967)

Recensione del film "Luv vuol dire amore?": una commedia diretta dal regista britannico Clive Donner. Basata sull'omonima opera teatrale di Broadway di Murray Schisgal, questa pellicola vede protagonisti Jack Lemmon, Peter Falk e Elaine May in un triangolo amoroso che irride con acidità le convenzioni sociali e le manie esistenzialiste dell'epoca. Ambientata a New York, la commedia racconta di Harry (Jack Lemmon), un uomo d'affari che, dopo essere stato salvato dalll'amico Milt (Peter Falk) dal suicidio, finisce coinvolto in un bizzarro intreccio sentimentale con la moglie di quest'ultimo, Ellen (Elaine May). Con uno humor nero che anticipa il cinema indie degli anni successivi, Donner trasforma una riflessione sul matrimonio e la disperazione moderna in una farsa dai toni surreali che merita ancora oggi di essere riscoperta.

“Piombo rovente” di Alexander Mackendrick (1957)
S03:E112

“Piombo rovente” di Alexander Mackendrick (1957)

Un noir affilato come un rasoio che vede Tony Curtis e Burt Lancaster in due delle interpretazioni più memorabili della loro carriera. Alexander Mackendrick firma una regia impeccabile, trasformando la New York notturna in un palcoscenico di ambizione, corruzione e manipolazione mediatica. Un film che, a oltre 60 anni dalla sua uscita, rimane incredibilmente attuale nella sua analisi del potere della stampa e dei suoi abusi.

“Manodopera” di Alain Ughetto (2022)
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“Manodopera” di Alain Ughetto (2022)

Alain Ughetto firma un'opera straordinaria che supera i confini del cinema d'animazione, trasformando "Monodopera" in un viaggio intimo e rivoluzionario attraverso le pieghe dell'identità lavorativa. Un racconto animato che dissolve i confini tra arte, lavoro e narrazione personale, dove ogni fotogramma è un respiro, ogni movimento un racconto.

“Il porto delle nebbie” di Georges Simenon (1932)
S03:E110

“Il porto delle nebbie” di Georges Simenon (1932)

Quando la nebbia si addensa sui moli di Le Havre, il commissario Maigret si trova ancora una volta immerso in un'indagine che va ben oltre il semplice crimine. Georges Simenon, maestro del romanzo poliziesco, tratteggia in "Il porto delle nebbie" un ritratto umano profondo, dove l'atmosfera cupa e l'indagine si fondono in un racconto che scava nell'animo umano con la precisione di un bisturi.

“Il ragazzo dai pantaloni rosa” di Margherita Ferri (2024)
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“Il ragazzo dai pantaloni rosa” di Margherita Ferri (2024)

La storia di Andrea Spezzacatena, il ragazzo dai pantaloni rosa, diventa un potente grido contro il bullismo. Una madre, una tragedia, una battaglia per ricordare che dietro ogni vita spezzata c'è un mondo di sofferenza. Un bellissimo film dolorosamente indimenticabile.

“Mi chiamo Gulia Ross” di Joseph H. Lewis (1945)
S03:E108

“Mi chiamo Gulia Ross” di Joseph H. Lewis (1945)

"Mi chiamo Giulia Ross" è un thriller psicologico che in soli 65 minuti riesce a creare un'atmosfera di claustrofobica tensione. Nina Foch interpreta una giovane donna che accetta un lavoro come segretaria, ritrovandosi improvvisamente intrappolata in una villa isolata dove tutti insistono che sia la moglie mentalmente instabile del padrone di casa. Lewis, maestro del cinema di serie B elevato ad arte, trasforma un budget limitato in un angosciante incubo gotico che anticipa temi e atmosfere di "La donna che visse due volte" del maestro Hitchcock. Un piccolo capolavoro del noir femminile che merita di essere riscoperto.

“Mikey & Nicky” di Elaine May (1976)
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“Mikey & Nicky” di Elaine May (1976)

Capolavoro nascosto della New Hollywood, questo film firmato dalla grande Elaine May, rimane uno dei film più sottovalutati e intensi della sua epoca. Un'opera che unisce la crudezza del cinema gangster alla profondità di un dramma psicologico, con le straordinarie interpretazioni di John Cassavetes e Peter Falk nei panni di due amici d'infanzia la cui lealtà viene messa alla prova durante una lunga notte di fuga. May, regista dalla carriera tanto brillante quanto eterogenea, cattura con sguardo impietoso la fragilità dei legami maschili e la paranoia del sottobosco criminale americano.

“Prima pagina” di Billy Wilder (1974)
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“Prima pagina” di Billy Wilder (1974)

Una brillante commedia nera di Billy Wilder che offre uno sguardo spietato e divertente sul mondo del giornalismo degli anni '20. Jack Lemmon interpreta Hildy Johnson, un reporter determinato a lasciare il mestiere per sposarsi, mentre Walter Matthau veste i panni dell'editore manipolatore Walter Burns, deciso a non perdere il suo miglior giornalista. Basato sull'omonima pièce teatrale, questa pellicola cattura perfettamente la frenesia delle redazioni dell'epoca con dialoghi taglienti, ritmo incalzante e una satira spietata dell'etica giornalistica. La chimica tra Lemmon e Matthau è come sempre impeccabile, rafforzata dalla regia precisa di Wilder che bilancia magistralmente umorismo nero e critica sociale.

“Gli ansiosi” di Fredrick Backman (2019)
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“Gli ansiosi” di Fredrick Backman (2019)

Un romanzo che trasforma una rapina in una profonda riflessione sull'ansia contemporanea. Un gruppo di sconosciuti, tenuti in ostaggio durante una visita a un appartamento in vendita, scopre di avere più cose in comune di quanto immaginasse. Con il suo stile unico che mescola ironia e profondità, Backman crea personaggi indimenticabili e ci mostra come dietro ogni comportamento irritante si nasconda spesso una ferita. Un romanzo che fa ridere e commuovere, lasciandoci con un senso di speranza.

“Luna arrabbiata” di Bryan Forbes (1970)
S03:E104

“Luna arrabbiata” di Bryan Forbes (1970)

"Luna arrabbiata" di Bryan Forbes è un dramma britannico del 1970 che affronta con sensibilità il tema della disabilità e dell'amore in circostanze difficili. Il film, basato sul romanzo di Peter Marshall, racconta la storia di Bruce Pritchard (Malcolm McDowell), un giovane calciatore che rimane paralizzato a causa della poliomielite, e di Jill Matthews (Nanette Newman), anch'essa costretta su una sedia a rotelle. Il film si distingue per il suo approccio progressista e onesto alla disabilità, raro per l'epoca, mostrando i protagonisti come persone complete e non come semplici oggetti di pietà. Nonostante alcuni aspetti che oggi potrebbero risultare datati, "Luna arrabbiata" rimane un'opera significativa che esplora con intelligenza temi universali come la disabilità, la dignità e la ricerca di connessione umana.

“Egli camminava nella notte” di Alfred L. Werker (1948)
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“Egli camminava nella notte” di Alfred L. Werker (1948)

Un killer sfuggente si muove nell'oscurità di Los Angeles, lasciando dietro di sé solo cadaveri e un dipartimento di polizia frustrato. In questo semi-documentario noir diretto da Alfred Werker e dal non accreditato Anthony Mann, la città diventa un labirinto di ombre e terrore. Richard Basehart interpreta con freddezza inquietante il criminale metodico, mentre la straordinaria fotografia di John Alton trasforma i vicoli e le fogne di LA in un incubo visivo che ha influenzato decenni di cinema. Un classico essenziale che preannuncia il poliziesco moderno e la serie "Dragnet".

“Un pesce di nome Wanda” di Charles Crichton (1988)
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“Un pesce di nome Wanda” di Charles Crichton (1988)

Per gli amanti della commedia che non si accontentano delle solite risate facili, "Un pesce di nome Wanda" rappresenta la quintessenza dell'humor anglo-americano. Quando brillanti personaggi interpretati da John Cleese, Jamie Lee Curtis, Kevin Kline e Michael Palin si intrecciano in una rapina di diamanti finita male, il risultato è una delle commedie più intelligenti e spassose mai realizzate. Un cult del 1988 che riesce ancora oggi a sorprendere con i suoi dialoghi affilati, il suo ritmo perfetto e quelle scene diventate iconiche nel panorama cinematografico mondiale.

“Noi due senza domani” di Pierre Granier-Deferre (1973)
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“Noi due senza domani” di Pierre Granier-Deferre (1973)

Pierre Granier-Deferre ci trascina in un viaggio senza ritorno tra il destino e la passione, con Jean-Louis Trintignant e Romy Schneider nei panni di due anime smarrite che si incontrano sullo sfondo di una Francia in guerra. Un film intriso di malinconia e fatalismo, dove ogni sguardo pesa più di mille parole, tratto dal bellissimo romanzo "Il treno " del maestro Georges Simenon.

“A 30 milioni di km dalla Terra” di Nathan Juran (1957)
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“A 30 milioni di km dalla Terra” di Nathan Juran (1957)

Nell'epoca d'oro della fantascienza cinematografica, "A 30 milioni di km dalla Terra" di Nathan Juran emerge come uno dei più affascinanti esempi di cinema di invasione aliena. Realizzato nel 1957, il film si avvale degli straordinari effetti speciali del maestro Ray Harryhausen, il cui talento nella tecnica dello stop-motion regala vita a una creatura extraterrestre indimenticabile: lo Ymir. Quando una missione spaziale americana di ritorno da Venere precipita al largo della Sicilia, porta con sé un organismo alieno che, a contatto con l'ossigeno terrestre, cresce a dismisura seminando terrore per le strade di Roma. Un classico imperdibile che unisce l'estetica del monster movie alle ansie della Guerra Fredda, in un bianco e nero che esalta l'atmosfera di inquietante meraviglia.

“VIP, mio fratello superuomo” di Bruno Bozzetto (1968)
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“VIP, mio fratello superuomo” di Bruno Bozzetto (1968)

Nel panorama dell'animazione mondiale, l'Italia ha regalato perle rare e preziose. Tra queste, spicca "VIP mio fratello superuomo", capolavoro di Bruno Bozzetto del 1968 che rappresenta uno dei più ambiziosi e riusciti lungometraggi animati italiani di sempre. Con il suo stile inconfondibile e la sua satira pungente, Bozzetto ci trasporta in un mondo dove il minuscolo Minivip e il possente Supervip affrontano le contraddizioni della società moderna con ironia e intelligenza. Un'opera che, a più di cinquant'anni dalla sua realizzazione, conserva intatta la sua carica innovativa e il suo messaggio universale, dimostrando come l'animazione possa essere veicolo di riflessione sociale e non solo intrattenimento per bambini.

“…e tutti risero” di Peter Bodganovich (1981)
S03:E98

“…e tutti risero” di Peter Bodganovich (1981)

Elegante commedia romantica di Peter Bogdanovich che nasconde un cuore spezzato. Un film del 1981 che doveva essere un brillante omaggio alle screwball comedy, ma che si trasformò in qualcosa di più profondo e doloroso dopo il femminicidio della giovane protagonista Dorothy Stratten per mano del marito geloso. Una tragedia personale che ha segnato non solo il destino del film, ma anche quello del suo regista, in un'opera che oggi merita di essere riscoperta per la sua delicata bellezza e il suo involontario valore di testimonianza.

“Vite vendute” di Henri-Georges Clouzot (1953)
S03:E97

“Vite vendute” di Henri-Georges Clouzot (1953)

Capolavoro del cinema francese degli anni '50, "Vite vendute" di Henri-Georges Clouzot è un'opera che ti tiene incollato alla poltrona fino all'ultimo secondo. In questo thriller claustrofobico, quattro uomini disperati accettano una missione suicida: trasportare nitroglicerina attraverso strade impervie per spegnere un incendio in un pozzo petrolifero. Con una tensione narrativa magistrale, Clouzot esplora i limiti della natura umana quando posta di fronte alla paura e all'avidità, regalandoci un viaggio nell'inferno psicologico dei protagonisti. Yves Montand e Charles Vanel offrono interpretazioni indimenticabili in quello che è considerato uno dei film più angoscianti e potenti della storia del cinema.

“Una pallottola per Roy” di Raoul Walsh (1941)
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“Una pallottola per Roy” di Raoul Walsh (1941)

Un film che ha consacrato Humphrey Bogart come star di Hollywood e definito gli archetipi del gangster movie. La storia di Roy Earle, criminale dal cuore tenero in cerca di redenzione in un ultimo colpo, ci offre uno spaccato della società americana dell'epoca e una riflessione sull'inevitabilità del destino. Un noir imperdibile che ha influenzato generazioni di cineasti.

"La Tosca" di Luigi Magni (1973)
S03:E95

"La Tosca" di Luigi Magni (1973)

Quando storia, passione e ironia si incontrano sullo schermo, nasce un capolavoro. "La Tosca" di Luigi Magni (1973) rilegge la celebre opera pucciniana attraverso una lente cinematografica unica, trasformandola in un ritratto vivido della Roma papalina durante l'occupazione napoleonica. Con un trio di interpreti straordinari e una colonna sonora indimenticabile, questo film rappresenta una pietra miliare del cinema italiano che merita di essere riscoperta.

“Gli spostati” di John Huston (1961)
S03:E94

“Gli spostati” di John Huston (1961)

"Gli Spostati" rappresenta un prezioso capitolo finale nella storia del cinema classico americano. L'ultima opera di John Huston con Marilyn Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift non è solo un film sul tramonto dei cowboy nell'America moderna, ma anche il canto del cigno di un'epoca d'oro di Hollywood.

“Il corvo” di Henri-Georges Clouzot (1943)
S03:E93

“Il corvo” di Henri-Georges Clouzot (1943)

Nel torbido panorama cinematografico della Francia occupata, "Le Corbeau" di Henri-Georges Clouzot emerge come un'opera di straordinaria audacia e inquietante attualità. Realizzato nel 1943, in pieno regime di Vichy, questo thriller psicologico avvolge lo spettatore in una spirale di tensione e paranoia collettiva che non lascia scampo

“Lassù qualcuno mi attende” di John Boulting e Roy Boulting (1963)
S03:E92

“Lassù qualcuno mi attende” di John Boulting e Roy Boulting (1963)

Nel panorama della commedia britannica degli anni '60, poche pellicole hanno osato quanto "Lassù qualcuno mi attende", gioiello caustico diretto da John e Roy Boulting nel 1963. In questa tagliente satira sociale e religiosa, un magnifico Peter Sellers veste i panni del reverendo John Smallwood, un parroco dalle idee radicalmente cristiane che, per un errore burocratico, viene assegnato alla ricca e conservatrice parrocchia di Orbiston Parva.

“Le stagioni del cuore” di Robert Benton (1984)
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“Le stagioni del cuore” di Robert Benton (1984)

Un capolavoro del cinema americano che racconta con dignità e realismo la lotta per la sopravvivenza durante la Grande Depressione. "Le Stagioni del Cuore" di Robert Benton, con una straordinaria Sally Field, ci trasporta in un Texas rurale degli anni '30 dove una vedova combatte contro pregiudizi e difficoltà economiche per salvare la sua fattoria. Un film che, come le iconiche fotografie di Dorothea Lange, immortala la resilienza umana in tempi disperati.

“La valle dell’Eden” di Elia Kazan (1955)
S03:E90

“La valle dell’Eden” di Elia Kazan (1955)

Un'epica saga familiare che scava nelle profondità più oscure dell'animo umano, "La valle dell'Eden" di Elia Kazan è molto più di un semplice dramma: è un affresco struggente sull'eredità del peccato, sull'amore e sul conflitto generazionale, interpretato con bruciante intensità dal giovane James Dean, qui al suo primo ruolo da protagonista.

"Avvenne domani" di René Clair (1944)
S03:E89

"Avvenne domani" di René Clair (1944)

Un classico intramontabile del cinema fantastico che fonde leggerezza e profondità, "Avvenne domani" di René Clair è un gioiello della commedia che gioca magistralmente con il concetto di preveggenza, offrendo allo spettatore un racconto ironico e intelligente sul destino e sul libero arbitrio.

“Gorilla nella nebbia” di Michael Apted (1988)
S03:E88

“Gorilla nella nebbia” di Michael Apted (1988)

Un'intensa biografia che ci porta nel cuore delle foreste rwandesi, dove una donna straordinaria ha combattuto per salvare una specie sull'orlo dell'estinzione. "Gorilla nella nebbia" racconta la vera storia di Dian Fossey, interpretata da una magnetica Sigourney Weaver, in un film che sfida il tempo e ci ricorda quanto sia sottile il confine tra dedizione e ossessione.

“Gli Sporcelli” di Roald Dahl (1980)
S03:E87

“Gli Sporcelli” di Roald Dahl (1980)

Nel 1980 Roald Dahl ci ha regalato "Gli Sporcelli", un piccolo gioiello di perfidia e umorismo nero che continua a conquistare lettori di ogni età. I protagonisti, la signora e il signore Sporcelli, sono probabilmente la coppia più disgustosa, malvagia e ripugnante mai creata dalla letteratura per ragazzi. Con la sua inconfondibile capacità di trasformare l'orrido in divertimento, Dahl ci trascina in un mondo dove la cattiveria viene punita con ingegnosi contrappassi e dove anche i più deboli possono rivoltare le sorti a proprio favore. Un racconto che, dietro le risate e il disgusto, nasconde una profonda lezione sulla gentilezza e sul rispetto, e continua a parlare alle nuove generazioni con voce fresca e irriverente.

“Il treno” di Georges Simenon (1961)
S03:E86

“Il treno” di Georges Simenon (1961)

Nell'apocalittico scenario della Francia del 1940, Georges Simenon ci trasporta nel suo capolavoro "Il treno", un romanzo che va ben oltre il semplice racconto di guerra. Attraverso gli occhi di Marcel Féron, un uomo comune in fuga dall'invasione tedesca, l'autore esplora con maestria le fragilità dell'animo umano quando ogni certezza vacilla. Non una semplice storia di esodo, ma un'intima riflessione su come le circostanze estreme possano rivelare la vera natura dell'essere umano, tra paura, desiderio e riscoperta di sé. Un viaggio fisico e interiore che, pagina dopo pagina, ci costringe a interrogarci: cosa saremmo disposti a fare quando tutto ciò che conosciamo viene meno?

“13° distretto: le brigate della morte” di John Carpenter (1976)
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“13° distretto: le brigate della morte” di John Carpenter (1976)

Un commissariato abbandonato. Un assedio spietato. Un'alleanza improbabile tra un poliziotto, un criminale e una segretaria contro un nemico che non conosce pietà. "Assault on Precinct 13" (conosciuto in Italia come "13° distretto: le brigate della morte") è l'opera seconda di John Carpenter che nel 1976, con un budget risicatissimo, ha ridefinito il thriller urbano americano. Un cult movie che, quasi 50 anni dopo, continua a sorprendere per ritmo, tensione e moderna brutalità. Ecco perché questo gioiello indipendente merita ancora oggi la vostra attenzione.

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)
S03:E84

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti.

“Spirito allegro” di David Lean (1945)
S03:E83

“Spirito allegro” di David Lean (1945)

"Spirito allegro" (Blithe Spirit) è una brillante commedia soprannaturale diretta dal maestro David Lean nel 1945, tratta dall'omonima opera teatrale di Noël Coward. Con Rex Harrison nei panni di Charles Condomine, uno scrittore tormentato dal fantasma della sua prima moglie Elvira dopo una seduta spiritica, il film ci regala un'esilarante esplorazione dell'aldilà che sconvolge il suo attuale matrimonio con Ruth. La magistrale interpretazione di Margaret Rutherford nel ruolo dell'eccentrica medium Madame Arcati e i sorprendenti effetti speciali, premiati con l'Oscar, rendono questo classico una pietra miliare della commedia britannica, dove l'occhio visionario di Lean trasforma una storia di fantasmi in un'elegante riflessione sui legami matrimoniali che persistono oltre la morte.

“Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg (1973)
S03:E82

“Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg (1973)

"Lo Spaventapasseri" (titolo originale: "Scarecrow", 1973) diretto da Jerry Schatzberg è una gemma nascosta del cinema americano degli anni '70. Questo road movie intenso e commovente segna l'incontro di due giganti della recitazione: Gene Hackman nel ruolo di Max, un ex detenuto dal temperamento esplosivo, e Al Pacino nei panni di Lion, un ex marinaio ingenuo e sognatore.

“A Milano non fa freddo” di Giuseppe Marotta (1965)
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“A Milano non fa freddo” di Giuseppe Marotta (1965)

"A Milano non fa freddo" di Giuseppe Marotta è un affascinante ritratto della Milano del dopoguerra, vista attraverso gli occhi di un napoletano trapiantato al Nord. Con uno stile narrativo che fonde ironia, nostalgia e acuta osservazione sociale, Marotta ci regala un'opera che va ben oltre il semplice racconto autobiografico. Il titolo, apparentemente paradossale, nasconde una verità più profonda: nella fredda metropoli lombarda, l'autore riesce a scorgere un inaspettato calore umano dietro la proverbiale riservatezza dei milanesi. Una delle vette della letteratura italiana del Novecento.

“La verità” di Henri-Georges Clouzot (1960)
S03:E80

“La verità” di Henri-Georges Clouzot (1960)

"La verità" (La Vérité) è un'opera magistrale che ha segnato la storia del cinema francese degli anni '60. In questo intenso dramma giudiziario, Henri-Georges Clouzot dirige una straordinaria Brigitte Bardot nel ruolo più drammatico e profondo della sua carriera. Dominique Marceau, il suo personaggio, è una giovane donna processata per l'omicidio del suo ex amante. Attraverso una serie di flashback durante il processo, emergono le complesse sfaccettature di una storia d'amore tragica e ossessiva. Il film non si limita a essere un semplice thriller giudiziario, ma diventa una potente critica alla società francese dell'epoca e ai suoi pregiudizi morali, in particolare verso la libertà femminile. Clouzot riesce a trasformare il sensazionalismo di un fatto di cronaca in un'analisi spietata della natura umana e del concetto stesso di verità.

“Bastava chiedere!” di Emma (2020)
S03:E79

“Bastava chiedere!” di Emma (2020)

"Bastava chiedere!" di Emma è molto più di un semplice fumetto sul carico mentale femminile. È un manifesto illustrato che porta alla luce, con ironia e lucidità, quella fatica invisibile che grava sulle spalle di tantissime donne: la gestione mentale della casa e della famiglia imposta dal patriarcato. Attraverso vignette incisive e dialoghi brillanti, l'autrice ci mostra come certi automatismi culturali continuino a perpetuare disuguaglianze di genere anche nelle coppie più moderne e apparentemente equilibrate. Un'opera che fa riflettere e che ha il merito di dare un nome - e un volto - a dinamiche che troppo spesso passano inosservate.

"Visite a domicilio" di Howard Zieff (1978)
S03:E78

"Visite a domicilio" di Howard Zieff (1978)

"Visite a domicilio" (House Calls) è una deliziosa commedia romantica che ci riporta alla fine degli anni '70, quando il cinema sapeva ancora raccontare l'amore maturo con intelligenza e umorismo. Walter Matthau veste i panni di un chirurgo vedovo che si trova a bilanciare la sua carriera medica con una nuova e inaspettata storia d'amore, incarnata dalla brillante Glenda Jackson. La chimica tra i due attori è il vero motore di questa pellicola diretta da Howard Zieff, che mescola sapientemente momenti di commedia con riflessioni più profonde sulla vita e sulle seconde possibilità.

“La Rosa Porpurea del Cairo” di Woody Allen (1984)
S03:E77

“La Rosa Porpurea del Cairo” di Woody Allen (1984)

Nel grigiore della Grande Depressione, una donna trova rifugio nella magia del cinema, fino al giorno in cui il suo attore preferito esce dallo schermo per incontrarla. Con "La Rosa Purpurea del Cairo" (1984), Woody Allen firma una delle sue opere più poetiche e commoventi, un omaggio alla settima arte che esplora il confine tra fantasia e realtà, lasciandoci con una dolceamara riflessione sul potere dei sogni.

“Un tram che si chiama desiderio” di Elia Kazan (1951)
S03:E76

“Un tram che si chiama desiderio” di Elia Kazan (1951)

"Un tram che si chiama desiderio" (A Streetcar Named Desire) è un capolavoro cinematografico del 1951 diretto da Elia Kazan. Tratto dall'omonima opera teatrale di Tennessee Williams, il film racconta la storia di Blanche DuBois, una fragile insegnante del sud che, dopo aver perso la proprietà di famiglia, si trasferisce a New Orleans nella modesta abitazione della sorella Stella e del cognato Stanley Kowalski, interpretato da uno stratosferico Marlon Brando.

“La strana voglia di Jean” di Ronald Neame (1969)
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“La strana voglia di Jean” di Ronald Neame (1969)

"La strana voglia di Jane" (titolo originale: "The Prime of Miss Jean Brodie") è un gioiello cinematografico del 1969 diretto da Ronald Neame. Al centro della storia troviamo la straordinaria Maggie Smith nei panni di Jean Brodie, un'insegnante anticonformista nella Edimburgo degli anni '30. Il film esplora brillantemente il complesso rapporto tra l'eccentrica professoressa e le sue allieve, le "ragazze di Brodie", portandoci in un viaggio emotivo dove idealismo, manipolazione e lealtà si intrecciano in modo magistrale. La performance di Maggie Smith, che le valse meritatamente l'Oscar come Miglior Attrice, è semplicemente indimenticabile - un perfetto equilibrio tra carisma travolgente e inquietante ambiguità morale.

“Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)
S03:E74

“Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)

Ci sono film che restano impressi nella memoria, non solo per la loro qualità artistica, ma per la loro capacità di scuoterci nel profondo. Le vite degli altri è uno di questi. Un viaggio nella Berlino Est del 1984, tra sorveglianza, oppressione e il lento risveglio di una coscienza. Un film potente, necessario, impossibile da dimenticare.

“La regina d’Africa” di John Huston (1951)
S03:E73

“La regina d’Africa” di John Huston (1951)

Un battello sgangherato, una missione impossibile e due protagonisti indimenticabili: "La Regina d'Africa" (The African Queen) è l'avventura per eccellenza, un film che ha fatto la storia del cinema. Nel pieno della Prima Guerra Mondiale, l'improbabile coppia formata da un ruvido capitano (Humphrey Bogart nel ruolo che gli valse l'Oscar) e un'austera missionaria (una straordinaria Katharine Hepburn) sfida i pericoli del fiume Congo per compiere una missione suicida contro una cannoniera tedesca. John Huston trasforma questa odissea fluviale in un'esplosiva miscela di romanticismo e azione, girata in condizioni estreme nel cuore dell'Africa.

“La prima volta di Jennifer” di Paul Newman (1968)
S03:E72

“La prima volta di Jennifer” di Paul Newman (1968)

Il debutto alla regia di Paul Newman è un delicato e struggente ritratto di una donna sola e complessa. "La prima volta di Jennifer" ("Rachel, Rachel" in originale) è una piccola gemma del cinema indipendente americano che esplora con sensibilità il risveglio emotivo e sessuale di un'insegnante trentacinquenne in una piccola città del Connecticut. Joanne Woodward, compagna anche nella vita di Newman, ci regala una delle sue interpretazioni più toccanti.

“Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams (1947)
S03:E71

“Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams (1947)

Passioni roventi, anime tormentate e il soffocante caldo della New Orleans del dopoguerra: "Un tram che si chiama Desiderio" rimane, a oltre 75 anni dal suo debutto, uno dei più potenti ritratti del desiderio e della fragilità umana mai portati sul palcoscenico. Il capolavoro di Tennessee Williams continua a elettrizzare il pubblico con la sua esplorazione spietata dei temi della sessualità, della classe sociale e della perdita dell'identità, attraverso il tragico declino di Blanche DuBois.

“Anatomia di una caduta” di Justine Triet (2023)
S03:E70

“Anatomia di una caduta” di Justine Triet (2023)

Un thriller psicologico che scava nelle pieghe di un matrimonio e di un presunto delitto, dove nulla è come sembra. "Anatomia di una caduta" conferma il talento di Justine Triet nel dirigere un film che tiene incollati alla poltrona, tra tensione giudiziaria e dramma familiare. Sandra Hüller regala una delle interpretazioni cinematografiche più intense degli ultimi anni.

“Le storie degli altri” di Anne Tyler (1999)
S03:E69

“Le storie degli altri” di Anne Tyler (1999)

Anne Tyler ci regala uno dei romanzi più struggenti degli ultimi anni raccontandoci la storia di Barnaby Gaitlin, rampollo di una delle famiglie più importanti di Baltimora, che preferisce però vivere lontano dal suo pesante cognome.

“In viaggio con la zia” di George Cukor (1972)
S03:E68

“In viaggio con la zia” di George Cukor (1972)

Quando il talento di George Cukor incontra il magnetismo di Maggie Smith, il risultato non può che essere memorabile. "In viaggio con la zia" è una deliziosa commedia che brilla grazie all'interpretazione magistrale della Smith nei panni dell'eccentrica zia Augusta. L'attrice, all'epoca appena trentottenne, dà vita con straordinaria versatilità a un personaggio settantenne, regalandoci una performance che le valse una meritata nomination all'Oscar. Basato sul romanzo di Graham Greene, il film ci trascina in un'avventura rocambolesca attraverso l'Europa, dove un tranquillo banchiere scopre, grazie alla zia, che non è mai troppo tardi per iniziare davvero a vivere.

“La morte di Belle” di Georges Simenon (1957)
S03:E67

“La morte di Belle” di Georges Simenon (1957)

Un professore rispettabile, una studentessa morta e una piccola città americana che si trasforma in una gabbia di sospetti e pregiudizi. "La morte di Belle" di Georges Simenon è molto più di un giallo: è un'affilata analisi della fragilità delle nostre certezze e della spietatezza del giudizio sociale. Una lettura che vi terrà incollati dalla prima all'ultima pagina.

“La valle dell’Eden” di John Steinbeck (1952)
S03:E66

“La valle dell’Eden” di John Steinbeck (1952)

Un'epica saga familiare che attraversa tre generazioni, "La valle dell'Eden" di John Steinbeck è un monumentale affresco della condizione umana che intreccia la storia americana con il mito biblico di Caino e Abele. Pubblicato nel 1952, il romanzo esplora le profondità dell'animo umano attraverso le vicende della famiglia Trask nella California di inizio '900, affrontando i temi eterni del bene e del male, del libero arbitrio e del destino, dell'amore e della redenzione. Steinbeck considerava quest'opera il suo capolavoro, nella quale ha riversato tutto il suo talento narrativo per creare un'opera senza tempo sulla complessità delle relazioni familiari e la costante lotta dell'uomo per trovare il proprio posto nel mondo.

“Una strana coppia di suoceri” di Arthur Hiller (1979)
S03:E64

“Una strana coppia di suoceri” di Arthur Hiller (1979)

Una commedia brillante che gioca sullo scontro tra due personalità agli antipodi: un dentista nevrotico e metodico interpretato da Alan Arkin e un rozzo nonché ambiguo imprenditore edile interpretato magistralmente da Peter Falk. Quando i loro figli decidono di sposarsi, questi due futuri consuoceri così diversi si ritrovano costretti a interagire, dando vita a situazioni esilaranti che hanno fatto la storia della commedia americana anni '70. Il regista Arthur Hiller riesce a orchestrare perfettamente il timing comico tra i due protagonisti, creando un'alchimia indimenticabile.

“La strana coppia” di Gene Saks (1968)
S03:E64

“La strana coppia” di Gene Saks (1968)

Quando il nevrotico Felix va a vivere con il disordinato Oscar dopo il suo divorzio, nasce una delle più esilaranti commedie della storia del cinema. "La strana coppia" (The Odd Couple), diretto nel 1968 da Gene Saks e interpretato magistralmente da Jack Lemmon e Walter Matthau, è la perfetta trasposizione cinematografica dell'opera teatrale di Neil Simon che esplora con ironia e acume le dinamiche della convivenza tra due personalità agli antipodi.

“Ratataplan” di Maurizio Nichetti (1979)
S03:E62

“Ratataplan” di Maurizio Nichetti (1979)

Geni si nasce o si diventa? Nel caso di Maurizio Nichetti, il suo straordinario talento era già evidente nel 1979 con "Ratataplan", il suo film d'esordio. Una commedia surreale quasi priva di dialoghi che ha ridefinito i confini della comicità italiana, dimostrando come si possa far ridere senza pronunciare una parola. Prodotto dal lungimirante Franco Cristaldi, il film ci porta in una Milano industriale dove un giovane ricercatore precario cerca il suo posto nel mondo tra esperimenti falliti e romantici sogni.

“Assassinio sul treno” di George Pollock
S03:E61

“Assassinio sul treno” di George Pollock

"Assassinio sul Treno" (Murder She Said) è un classico giallo che porta sul grande schermo Miss Marple, l'iconica detective di Agatha Christie, interpretata magistralmente da Margaret Rutherford. La pellicola segue l'intraprendente "zitella" mentre indaga su un omicidio che ha intravisto da un treno in corsa, trasformando un viaggio ordinario in una caccia al killer. La regia di George Pollock riesce a catturare perfettamente l'atmosfera dei gialli Christie, bilanciando suspense e humor britannico.

“Situazione disperata ma non seria” di Robert Shaw (1966)
S03:E60

“Situazione disperata ma non seria” di Robert Shaw (1966)

"Situazione disperata ma non seria" di Robert Shaw è un romanzo dal sapore agrodolce ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale, dove tre aviatori alleati si ritrovano prigionieri di un eccentrico carceriere tedesco con una passione per gli scacchi e la filosofia. Tra umorismo britannico e riflessioni sulla natura umana, Shaw costruisce una storia che ci fa sorridere mentre riflette sulle assurdità della guerra e sul significato profondo della libertà.

"Fermata per 12 ore" di Victor Vicas (1957)
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"Fermata per 12 ore" di Victor Vicas (1957)

Quando Hollywood incontra John Steinbeck: l'adattamento cinematografico de "La corriera stravagante". Un gruppo di viaggiatori affronta 12 ore di attesa forzata. Con Jayne Mansfield e Joan Collins in due performance sorprendentemente intense e la regia attenta di Victor Vicas, ecco come un capolavoro letterario si è trasformato in un melodramma in bianco e nero anni '50.

“I sette peccati capitali e le sette virtù capitali“ di Giorgio Scerbanenco (2010)
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“I sette peccati capitali e le sette virtù capitali“ di Giorgio Scerbanenco (2010)

Giorgio Scerbanenco ci porta in un viaggio nell'animo umano attraverso quattordici racconti che esplorano la dualità della natura umana: i sette vizi capitali contrapposti alle sette virtù. In questa raccolta, il maestro del noir italiano abbandona temporaneamente le atmosfere cupe dei suoi romanzi polizieschi per dedicarsi a una narrazione più intimista, dove ogni storia diventa uno specchio in cui il lettore può riconoscere frammenti della propria umanità.

“La spartizione” di Piero Chiara (1964)
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“La spartizione” di Piero Chiara (1964)

"La spartizione" di Piero Chiara è un capolavoro di maliziosa ironia ambientato nella Luino degli anni Trenta. Il protagonista, l'impiegato Emerenziano Paronzini, dopo aver sposato la maggiore delle sorelle Tettamanzi, Fortunata, estende gradualmente le sue attenzioni anche alle sorelle minori, Camilla e Tarsilla. Con la sua caratteristica prosa lucida e tagliente, Chiara trasforma questa storia di provincia, basata su un triangolo che diventa quadrangolo amoroso, in una satira raffinata dei costumi e della morale borghese del tempo.

"Un provinciale a New York" di Arthur Hiller (1970)
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"Un provinciale a New York" di Arthur Hiller (1970)

"Un provinciale a New York" (The Out of Towners) è una commedia che cattura perfettamente il caos della Grande Mela attraverso gli occhi di una coppia dell'Ohio. Neil Simon, maestro della commedia americana, scrive una sceneggiatura che trasforma una semplice trasferta di lavoro in un'esilarante odissea urbana. Jack Lemmon e Sandy Dennis brillano nei panni dei coniugi Kellerman, provinciali catapultati in una New York che sembra complottare contro di loro con scioperi, rapine, maltempo e ogni possibile disavventura metropolitana.

“My Name Is Loh Kiwan” di Kim Hee Jin (2024)
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“My Name Is Loh Kiwan” di Kim Hee Jin (2024)

Con "My Name Is Loh Kiwan", il regista Kim Hee Jin ci regala una storia d’amore e riscatto che supera ogni confine, geografico ed emotivo. Un film delicato e potente che ci invita a riflettere su temi universali come l’identità, l’integrazione e il diritto alla felicità.

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)
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“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti.

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)
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“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti.

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)
S03:E84

“Fiore di cactus” di Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti.

"Fiore di cactus" dii Gene Saks (1969)
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"Fiore di cactus" dii Gene Saks (1969)

"Fiore di cactus" (Cactus Flower) è una brillante commedia romantica del 1969 diretta da Gene Saks che mescola sapientemente equivoci, bugie e sentimenti autentici. Con un trio di protagonisti eccezionali - Walter Matthau nei panni di un dentista scapolo incallito, Ingrid Bergman come la sua efficiente e sottovalutata assistente, e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) nel ruolo della giovane e ingenua amante - il film ci regala una storia scanzonata sulla maturità emotiva e sul coraggio necessario per abbracciare la verità nei rapporti Tratto dall'omonima pièce teatrale, "Fiore di cactus" brilla per i suoi dialoghi arguti, le situazioni comiche ben orchestrate e la chimica irresistibile tra i protagonisti, il tutto ambientato nella New York di fine anni '60.

“L’occhio del diavolo” di Ingmar Bergman (1960)
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“L’occhio del diavolo” di Ingmar Bergman (1960)

Una commedia nera dal tocco satanico, una delle opere più insolite di Ingmar Bergman. Il maestro svedese si diverte a raccontare la storia di Satana in persona che, colpito da un'infezione all'occhio causata dalla purezza di una giovane vergine, invia sulla Terra il suo migliore emissario, Don Giovani, per corromperla. Con un cast stellare che include Jarl Kulle e Bibi Andersson, Bergman ci regala una favola maliziosa dove il suo abituale rigore esistenziale si tinge di humor graffiante.

“Ama il tuo nemico” di John Carlin (2009)
S03:E53

“Ama il tuo nemico” di John Carlin (2009)

"Ama il tuo nemico" di John Carlin è un'opera straordinaria che esplora il potere trasformativo del perdono attraverso la storia del Sudafrica post-apartheid. Concentrandosi sulla figura di Nelson Mandela e sulla sua visione rivoluzionaria della riconciliazione, il libro offre una prospettiva unica su come lo sport, in particolare il rugby, sia diventato uno strumento di unificazione nazionale. La narrazione intreccia abilmente la politica con le vicende umane, mostrando come la capacità di superare l'odio possa davvero cambiare il destino di una nazione.

“La milleduesima notte” di Joseph Roth (1939)
S03:E52

“La milleduesima notte” di Joseph Roth (1939)

Un gioiello della letteratura mitteleuropea: 'La milleduesima notte' di Joseph Roth è un romanzo breve ma densissimo, dove la visita dello Scià di Persia a Vienna diventa il pretesto per raccontare destini individuali travolti dalla Storia. Una lettura che vi conquisterà pagina dopo pagina.

“L’avversario” di Emmanuel Carrère (2000)
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“L’avversario” di Emmanuel Carrère (2000)

"L'avversario" di Emmanuel Carrère è un'opera magistrale di non-fiction che scava nelle profondità più oscure dell'animo umano. Il libro ricostruisce la vera storia di Jean-Claude Romand, un uomo che per 18 anni ha vissuto in una elaborata menzogna, fingendosi un rispettabile medico dell'OMS mentre in realtà non aveva mai conseguito la laurea.

"Il commissario Pepe" di Ugo Facco De Lagarda (1965)
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"Il commissario Pepe" di Ugo Facco De Lagarda (1965)

"Il commissario Pepe" di Ugo Facco Delagarda è un romanzo che ha segnato la letteratura poliziesca italiana degli anni '60. Ambientato in una ricca città del nord sonnolenta ma piena di segreti, segue le indagini dell'integerrimo commissario Pepe, un protagonista fuori dagli schemi che si trova a scavare nel marcio della rispettabile società borghese.

“Prigioniero della Seconda Strada” di Melvin Frank (1975)
S03:E49

“Prigioniero della Seconda Strada” di Melvin Frank (1975)

"Prigioniero della Seconda Strada" è una commedia drammatica che trasforma con intelligenza le difficoltà urbane in un ritratto umano e toccante. Jack Lemmon regala una performance memorabile nei panni di Mel Edison, un uomo alle prese con la perdita del lavoro e lo stress della vita a New York, mentre Anne Bancroft è la moglie solidale che sostiene la sua crisi esistenziale. La regia di Melvin Frank valorizza il testo originale di Neil Simon, trasformando l'opera teatrale in un racconto cinematografico che scava con ironia e profondità nelle dinamiche familiari e nei meccanismi della sopravvivenza metropolitana.

“Matador” di Pedro Almodóvar (1986)
S03:E48

“Matador” di Pedro Almodóvar (1986)

"Matador" di Pedro Almodóvar è un capolavoro cinematografico scritto con Jesús Ferrero che dissolve i confini tra desiderio e morte, con la voce di Mina a trasformare la colonna sonora in un'esperienza emozionale unica.

“A proposito di niente” di Woody Allen (2020)
S03:E47

“A proposito di niente” di Woody Allen (2020)

"A proposito di niente" arriva come un fulmine a ciel sereno nel 2020, l'autobiografia che Woody Allen ha sempre detto che non avrebbe mai scritto. Un memoir che si dipana come un lungo monologo, tipicamente alleniano, in cui il regista newyorkese ripercorre la sua vita con ironia caustica e sincerità disarmante. Dalle strade di Brooklyn agli scandali che hanno segnato la sua vita, Allen si racconta senza filtri, mescolando aneddoti esilaranti del mondo dello spettacolo a riflessioni profonde sulla vita, l'arte e le relazioni umane, il tutto condito dal suo inconfondibile humor.

“Il fantasma e la signora Muir” di Joseph L. Mankiewicz (1947)
S03:E46

“Il fantasma e la signora Muir” di Joseph L. Mankiewicz (1947)

Quando il romanticismo oltrepassa i confini tra la vita e la morte, nasce un classico senza tempo. "Il fantasma e la signora Muir" è il poetico racconto di un amore impossibile diretto da Joseph L. Mankiewicz, dove la giovane vedova Lucy Muir (Gene Tierney) si trasferisce in una casa sul mare abitata dal fantasma del capitano Daniel Gregg (Rex Harrison). Attraverso una fotografia in bianco e nero di straordinaria bellezza e la memorabile colonna sonora di Bernard Herrmann, il film trasforma una premessa apparentemente gotica in una delle più raffinate storie d'amore mai raccontate sullo schermo, dove il soprannaturale diventa pretesto per esplorare temi universali come la solitudine, il desiderio e il passare del tempo.

“Passaggio in India” di David Lean (1984)
S03:E45

“Passaggio in India” di David Lean (1984)

Un viaggio nell'India coloniale attraverso gli occhi di un maestro del cinema. David Lean firma il suo ultimo capolavoro, un'opera monumentale che esplora il conflitto tra Oriente e Occidente con una sensibilità ancora tremendamente attuale. Tra le polverose strade di Chandrapore e il mistero delle grotte Marabar, si dipana una storia di pregiudizi, incomprensioni e impossibili tentativi di connessione umana.

" Vuoti a rendere" di Jan Sverák (2007)
S03:E44

" Vuoti a rendere" di Jan Sverák (2007)

"Vuoti a rendere" di Jan Sverák è una di quelle piccole gemme del cinema europeo che riesce a trasformare la quotidianità in poesia. In questo film del 2007, l'anziano professore Josef (interpretato magistralmente da Zdeněk Svěrák, padre del regista e anche sceneggiatore) decide di lasciare l'insegnamento per iniziare una nuova vita come addetto alla raccolta delle bottiglie vuote in un supermercato. Quella che potrebbe sembrare una storia di rassegnazione si trasforma in un delicato racconto sulla dignità, sul ricominciare e sul trovare bellezza nelle piccole cose, il tutto condito da un umorismo ceco sottile e mai banale.

“Alice non abita più qui” di Martin Scorsese (1974)
S03:E43

“Alice non abita più qui” di Martin Scorsese (1974)

Un viaggio on the road che è anche un viaggio nell'anima di una donna alla ricerca di se stessa. "Alice non abita più qui" segna una svolta nella filmografia di Martin Scorsese, che nel 1974 abbandona temporaneamente le strade di New York per raccontare l'America profonda attraverso gli occhi di Alice Hyatt (un bravissima Ellen Burstyn).

“Profondo Rosso” di Dario Argento (1975)
S03:E42

“Profondo Rosso” di Dario Argento (1975)

"Profondo rosso" (Deep Red, 1975) rappresenta uno dei vertici creativi di Dario Argento e un caposaldo del thriller all'italiana. Il film, che vede protagonista David Hemmings nei panni del musicista Marcus Daly, si apre con un brutale omicidio che dà il via a una spirale di violenza nella Torino degli anni '70.

“Mandy” di Alexander Mackendrick (1952)
S03:E41

“Mandy” di Alexander Mackendrick (1952)

Un gioiello dimenticato del cinema britannico che affronta il tema della disabilità con una sensibilità sorprendentemente moderna. Adattamento del romanzo "The Day is Ours" di Hilda Lewis, "Mandy" ci racconta la storia di una bambina sordomuta e della sua famiglia, in un bianco e nero che sa ancora emozionare. Una pellicola che merita di essere riscoperta, non solo per il suo valore storico, ma per la sua capacità di parlare al presente.

“Non guardarmi, non ti sento” di Arthur Hiller (1989)
S03:E40

“Non guardarmi, non ti sento” di Arthur Hiller (1989)

"Non guardarmi non ti sento" (See No Evil, Hear No Evil) è una brillante commedia del 1989 che riunisce per la terza volta il duo comico Gene Wilder e Richard Pryor sotto la regia di Arthur Hiller. Il film affronta in maniera schietta e senza false ipocrisie è la disabilità, o meglio il rapporto che una parte della società ha con la disabilità, e soprattutto che alcune persone hanno con la propria disabilità.

“Il paese senza cielo” di Giorgio Scerbanenco (1939)
S03:E39

“Il paese senza cielo” di Giorgio Scerbanenco (1939)

"Il paese senza cielo" di Giorgio Scerbanenco ci trasporta in un'atmosfera fantascientifica nell'Italia del 1939, rappresentando uno dei primi esempi di narrativa distopica italiana. In questo romanzo visionario, l'autore - noto principalmente per i suoi gialli - si cimenta con un genere insolito per l'epoca, immaginando un futuro in cui l'umanità è costretta a vivere sottoterra a causa di un disastro ambientale.

“Lunana: Il villaggio alla fine del mondo” di Pawo Choyning Dorji (2019)
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“Lunana: Il villaggio alla fine del mondo” di Pawo Choyning Dorji (2019)

un piccolo gioiello cinematografico che celebra il potere trasformativo dell'insegnamento. Tra le vette dell'Himalaya, dove l'aria è rarefatta e i sogni sembrano toccare il cielo, si svolge una storia che parla dritto al cuore di chiunque creda nel potere dell'educazione per cambiare il mondo, un bambino alla volta.

“Vertigine” di Otto Preminger (1944)
S03:E38

“Vertigine” di Otto Preminger (1944)

"Vertigine" di Otto Preminger è un noir che ha ridefinito il genere negli anni '40. Un detective si ritrova ossessionato dall'indagine sulla morte di una donna affascinante, in un vortice di mistero dove niente è come sembra. Con Gene Tierney e Dana Andrews, il film intreccia magistralmente romanzo poliziesco e dramma psicologico, creando un'atmosfera unica grazie anche alla memorabile fotografia in bianco e nero.

"Paranoia Agent" di Satoshi Kon (2004)
S03:E36

"Paranoia Agent" di Satoshi Kon (2004)

"Paranoia Agent" è un viaggio ipnotico nella psiche collettiva di una Tokyo sull'orlo del collasso nervoso. La serie anime del 2004, ultima opera del geniale Satoshi Kon prima della sua prematura scomparsa, intreccia le storie di personaggi apparentemente sconnessi, tutti legati dalla misteriosa figura di "Shōnen Bat" - un giovane aggressore che colpisce con una mazza da baseball dorata.

“La quercia e i suoi abitanti” di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux (2022)
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“La quercia e i suoi abitanti” di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux (2022)

Questo straordinario documentario francese trasforma un anno di vita di una quercia secolare in un racconto avvincente e poetico, rivelando un intero ecosistema brulicante di vita attraverso una fotografia mozzafiato e un sound design immersivo. Senza ricorrere alla narrazione tradizionale, il film ci invita a diventare osservatori silenziosi di un mondo nascosto ma sorprendentemente vitale.

“Cinque pezzi facili” di Bob Rafelson (1970)
S03:E34

“Cinque pezzi facili” di Bob Rafelson (1970)

"Cinque pezzi facili" è un ritratto crudo e toccante dell'America degli anni '70 attraverso il viaggio esistenziale di Bobby Dupea, un pianista classico che ha abbandonato la sua vocazione per una vita ordinaria nei giacimenti petroliferi. Jack Nicholson offre una delle sue interpretazioni più intense nel ruolo di un uomo in fuga da se stesso, in un film che esplora con maestria i temi dell'alienazione e della ricerca d'identità.

“Cadaveri eccellenti” di Francesco Rosi (1975)
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“Cadaveri eccellenti” di Francesco Rosi (1975)

In un'Italia avvolta da ombre e misteri, un ispettore segue le tracce di una serie di omicidi che colpiscono i vertici della magistratura. "Cadaveri eccellenti" di Francesco Rosi è un capolavoro del cinema politico italiano che, quasi 50 anni dopo, mantiene intatta la sua potenza di denuncia. Tratto dal romanzo "Il contesto" di Leonardo Sciascia, il film con Lino Ventura ci trascina in un'indagine dove nulla è come sembra e dove la verità si nasconde nei meandri più oscuri del potere.

“The Holdovers – Lezioni di vita” di Alexander Payne (2023)
S03:E32

“The Holdovers – Lezioni di vita” di Alexander Payne (2023)

Un professore burbero, uno studente ribelle e una cuoca in lutto: tre solitudini si incontrano nel gelido inverno del New England del 1970. "The Holdovers - Lezioni di vita" di Alexander Payne è un racconto sulla capacità di ritrovarsi attraverso gli altri, sulla forza delle connessioni inaspettate e sul calore che può nascere anche nel freddo più pungente.

“2022: i sopravvissuti” di Richard Fleischer (1973)
S03:E31

“2022: i sopravvissuti” di Richard Fleischer (1973)

Interpretato da un intenso Charlton Heston, "2022: i sopravvissuti" ci trascina in un futuro distopico dove sovrappopolazione, cambiamenti climatici e scarsità di risorse hanno spinto l'umanità al limite. Ambientato in una New York soffocante e caotica, il film intreccia un thriller poliziesco con una cupa riflessione sulle conseguenze delle scelte umane. Una pellicola visionaria che, a cinquant’anni dalla sua uscita, continua a inquietare per la sua attualità.

“La Freccia Azzurra” di Enzo D’Alò (1996)
S03:E30

“La Freccia Azzurra” di Enzo D’Alò (1996)

Un gioiello dell'animazione italiana, ispirato all'omonimo racconto di Gianni Rodari, che riesce a incantare grandi e piccini. il film mescola poesia, magia e una delicata critica sociale, portandoci in un mondo dove i giocattoli prendono vita per regalare ai bambini ciò che desiderano di più: un po' di felicità. Un classico senza tempo che non smette di emozionare, anche a distanza di anni.

“Paris, Texas” di Wim Wenders (1984)
S03:E29

“Paris, Texas” di Wim Wenders (1984)

"Paris, Texas" di Wim Wenders è un capolavoro del cinema degli anni ’80, un viaggio emotivo nel cuore dell’America e nelle pieghe più intime delle relazioni umane.

“Cattiverie a domicilio” di Thea Sharrock (2023)
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“Cattiverie a domicilio” di Thea Sharrock (2023)

Thea Sharrock ci regala una commedia nera brillante e sorprendente. Grazie a un cast eccezionale, guidato da una straordinaria Olivia Colman e da Jessie Buckley, il film esplora temi di vendetta, giustizia e riconciliazione in una comunità apparentemente tranquilla. Una storia caustica e profonda, arricchita dall'interpretazione di Timothy Spall nel ruolo del padre bigotto di Edith, che non lascia indifferenti.

“I fantasmi del cappellaio” di Georges Simenon (1949)
S03:E27

“I fantasmi del cappellaio” di Georges Simenon (1949)

Con "I fantasmi del cappellaio", Georges Simenon ci porta in una piccola città francese avvolta da nebbie e segreti, dove un serial killer e un sarto solitario intrecciano le loro vite in un gioco di tensioni sottili e imprevedibili. Un romanzo noir magistrale che conferma il genio di Simenon nel sondare l’abisso dell’animo umano.

"Blow Out" di Brian De Palma (1981)
S03:E26

"Blow Out" di Brian De Palma (1981)

De Palma firma uno dei suoi thriller più affilati e suggestivi, intrecciando politica, ossessione e cinema stesso in una storia che tiene incollati fino all'ultimo respiro. Un John Travolta al massimo della forma regala una performance indimenticabile in un'opera che è puro cinema di tensione e stile.

“La corriera stravagante” di John Steinbeck (1947)
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“La corriera stravagante” di John Steinbeck (1947)

Con "La corriera stravagante", John Steinbeck ci regala un altro tassello del suo straordinario mosaico letterario. In questo romanzo corale, il grande cronista dell’anima dipinge un’umanità fragile e autentica, intrappolata in un viaggio che è tanto fisico quanto simbolico. Un’opera meno nota ma altrettanto potente, che merita di essere riscoperta.

"From Hell" di Alan Moore e Eddie Campbell (1991)
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"From Hell" di Alan Moore e Eddie Campbell (1991)

Alan Moore e Eddie Campbell ci accompagnano in un viaggio oscuro e profondamente disturbante tra le nebbie della Londra vittoriana, dove storia e leggenda si intrecciano nel sanguinoso mito di Jack lo Squartatore. Un capolavoro del romanzo grafico che non smette mai di interrogare il lettore sul confine tra verità e follia.

“Due estranei” di Travon Free e Martin Desmond Roe (2020)
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“Due estranei” di Travon Free e Martin Desmond Roe (2020)

Carter, un ricco disegnatore afroamericano, rivive ripetutamente lo stesso giorno che termina sempre con la sua morte per mano di un poliziotto bianco, nonostante i suoi tentativi di cambiare il risultato. Il corto ha vinto l'Oscar 2021 come Miglior Cortometraggio.

“Splendori e miserie di Madame Royale” di Vittorio Caprioli (1970)
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“Splendori e miserie di Madame Royale” di Vittorio Caprioli (1970)

Vittorio Caprioli ci regala un affresco straordinario di ironia, malinconia e solitudine, sorretto dalla magistrale interpretazione di Ugo Tognazzi. Un viaggio unico, raccontato con uno stile inconfondibile, nel mondo ghettizzato e bistrattato degli omosessuali, che allora si dovevano nascondere agli occhi della perbenista e ipocrita società italiana.

“Il robot selvaggio” di Chris Sanders (2024)
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“Il robot selvaggio” di Chris Sanders (2024)

Ne "Il robot selvaggio", la natura incontra la tecnologia in un’avventura mozzafiato che unisce immagini spettacolari e una storia carica di emozioni. Un film che parla di resilienza, connessione e scoperta, ricordandoci quanto sia potente la forza dell’empatia, persino quando proviene da un cuore di metallo.

“Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)
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“Emilie Muller” di Yvon Marciano (1993)

In soli 20 minuti, Yvon Marciano costruisce un intrigante meta-racconto che prende vita durante un provino cinematografico, dove una giovane attrice si trova a creare - o forse rivelare - la storia della sua vita attraverso gli oggetti contenuti una borsa. Il cortometraggio del 1993 è diventato un caso di studio nelle scuole di cinema per la sua struttura narrativa ingegnosa e la sua capacità di tenere lo spettatore in costante dubbio sulla verità di ciò che sta guardando.

“Andrea oltre il pantalone rosa” di Teresa Manes (2024)
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“Andrea oltre il pantalone rosa” di Teresa Manes (2024)

Il bullismo non è mai un problema lontano o altrui, ma una piaga che colpisce il cuore della nostra società. Con "Andrea oltre il pantalone rosa", Teresa Manes ci consegna una testimonianza potente e dolorosa che ci sprona ad agire.

“L’ultima minaccia” di Richard Brooks (1952)
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“L’ultima minaccia” di Richard Brooks (1952)

"L'ultima minaccia" di Richard Brooks è un potente noir giornalistico che vede Humphrey Bogart nei panni di Ed Hutcheson, direttore di un quotidiano in lotta contro il tempo e la criminalità organizzata. Realizzato nel 1952, il film cattura magistralmente l'atmosfera delle redazioni dell'epoca e la tensione morale di un giornalismo che si batte per la verità, anche quando questo significa mettere a rischio la propria vita.

“Soul Kitchen” di Fatih Akın (2009)
S03:E16

“Soul Kitchen” di Fatih Akın (2009)

Con "Soul Kitchen", Fatih Akın ci trascina in una scoppiettante commedia che mescola sapori, emozioni e musica, raccontando la storia di un ristoratore improvvisato che lotta per salvare il suo locale e la sua vita privata dal caos. Tra risate, imprevisti e piatti deliziosi, il regista turco-tedesco ci regala una pellicola che celebra l'energia della comunità e il potere della passione.

“Perfect Blue” di Satoshi Kon (1997)
S03:E15

“Perfect Blue” di Satoshi Kon (1997)

Con "Perfect Blue" il genio di Satoshi Kon ci trascina in un labirinto psicologico fatto di ossessioni, illusioni e identità frammentate. Questo capolavoro del 1997 non è solo un'animazione, ma un thriller inquietante e visionario che riflette sui confini tra realtà e finzione, lasciando lo spettatore con domande destinate a rimanere senza risposta.

“Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?” di Billy Wilder (1972)
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“Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?” di Billy Wilder (1972)

Billy Wilder, con il suo genio inconfondibile, ci regala una commedia agrodolce ambientata nella splendida Ischia. "Cosa è successo tra mio padre e tua madre?" è una storia di incontri improbabili, segreti scomodi e una dolce scoperta di sé. Un gioiello da riscoprire, tra risate e riflessioni.

“Il centodelitti” di Giorgio Scerbanenco (2019)
S03:E13

“Il centodelitti” di Giorgio Scerbanenco (2019)

Giorgio Scerbanenco, maestro indiscusso del noir italiano, in I"l Centodelitti " ci trascina in cento storie brevi e taglienti, capaci di scandagliare gli abissi dell'animo umano. Una raccolta che è un concentrato di tensione, mistero e lucida analisi sociale, ideale per chi vuole scoprire o riscoprire un autore che ha fatto scuola nel genere.

“Questa volta è la mia storia” di Neil Simon (2007)
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“Questa volta è la mia storia” di Neil Simon (2007)

Neil Simon, maestro della commedia teatrale e cinematografica, ci apre le porte della sua vita con "Questa volta è la mia storia". Un'autobiografia brillante e sincera dei suoi primi 25 anni di carriera, in cui il celebre drammaturgo racconta successi, difficoltà e il percorso creativo che lo ha reso un’icona del teatro americano. Una lettura imprescindibile per chi ama il suo lavoro e il potere della narrazione personale.

“Strawberry Mansion – La casa di fragola” di Kentucker Audley e Albert Birney (2021)
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“Strawberry Mansion – La casa di fragola” di Kentucker Audley e Albert Birney (2021)

Kentucker Audley e Albert Birney ci regalano un viaggio cinematografico onirico e surreale, dove i sogni diventano il teatro di una battaglia contro il controllo e la monotonia. Un film che mescola poesia visiva, ironia e malinconia, evocando le atmosfere artigianali di Michel Gondry e la fantasia sfrenata di Terry Gilliam. Lasciatevi trasportare in un universo unico, dove l’immaginazione è la vera protagonista.

“Appartamento al Plaza” di Arthur Hiller (1971)
S03:E11

“Appartamento al Plaza” di Arthur Hiller (1971)

Ambientato tra le eleganti mura del Plaza Hotel di New York, il film intreccia tre storie diverse ma accomunate da un irresistibile mix di ironia, malinconia e romanticismo, rese ancora più brillanti dalle performance memorabili di Walter Matthau. Un gioiello di scrittura e recitazione, che ancora oggi ci parla con freschezza delle infinite contraddizioni dei rapporti umani.

“Il colpevole – The Guilty” di Gustav Möller (2019)
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“Il colpevole – The Guilty” di Gustav Möller (2019)

Un thriller teso e minimalista che tiene con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. "Il colpevole - The Guilty" è un capolavoro di narrazione e tensione, ambientato interamente in una sala operativa, che si ispira a "La voce umana" di Jean Cocteau.

“Piramide di paura” di Barry Levinson (1985)
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“Piramide di paura” di Barry Levinson (1985)

Un classico anni '80 che combina mistero, avventura e un tocco di magia: "Piramide di paura " di Barry Levinson ci regala una versione giovane e avvincente di Sherlock Holmes che assomiglia tanto a Harry Potter. Tra enigmi, amicizie e ambientazioni gotiche, il film è un viaggio nostalgico che continua a incantare spettatori di ogni età.

“Conversazioni con Billy Wilder” di Cameron Crowe (2002)
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“Conversazioni con Billy Wilder” di Cameron Crowe (2002)

Quando un genio come Billy Wilder si racconta, ogni parola diventa una lezione di cinema e di vita. In "Conversazioni con Billy Wilder", Cameron Crowe ci regala un dialogo straordinario con uno dei più grandi maestri della settima arte. Un libro imperdibile per chi ama le storie che sanno lasciare il segno.

“Labyrinth – Dove tutto è possibile” di Jim Henson (1986)
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“Labyrinth – Dove tutto è possibile” di Jim Henson (1986)

Un capolavoro fantasy che miscela magistralmente animazione, pupazzi e realtà, trascendendo i confini tra immaginazione e racconto. Diretto da Jim Henson e interpretato dalla giovanissima Jennifer Connelly e dal leggendario David Bowie, il film racconta l'avventurosa storia di Sarah, una teenager che deve attraversare un labirinto magico per salvare il fratellino rapito dal Re dei Goblin. Un viaggio onirico che esplora i temi della crescita, dell'immaginazione e del passaggio all'età adulta.

“Non ci resta che vincere” di Javier Fesser (2018)
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“Non ci resta che vincere” di Javier Fesser (2018)

"Non ci resta che vincere" è una commovente e irriverente storia di inclusione, sport e riscatto sociale che racconta con delicatezza e umorismo la squadra di pallacanestro formata da atleti con disabilità intellettive. Ispirato a una storia vera, il film di Javier Fesser abbatte i pregiudizi e celebra il valore umano oltre le differenze, dimostrando che la vera vittoria sta nel superamento dei limiti e nella dignità di ogni persona.

“MOR – Storia per le mie madri” di Sara Garagnani (2022)
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“MOR – Storia per le mie madri” di Sara Garagnani (2022)

Un'opera intima e potente che esplora le radici familiari, l'identità femminile e la trasmissione generazionale attraverso un racconto che intreccia memoria, eredità e appartenenza. Un viaggio doloroso che scava nelle profondità delle relazioni materne, rivelando le complesse dinamiche che legano le donne di una stessa famiglia.

“Lupin III – Il castello di Cagliostro” di Hayao Miyazaki (1979)
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“Lupin III – Il castello di Cagliostro” di Hayao Miyazaki (1979)

Nel 1979, un giovane regista giapponese di nome Hayao Miyazaki faceva il suo debutto alla regia di un lungometraggio animato con "Il castello di Cagliostro". Questo film, ispirato alle avventure del celebre Lupin III, non solo aprì la strada a una delle carriere più straordinarie nel mondo dell’animazione, ma rappresentò anche un punto di svolta nella narrazione animata.

“La stanza accanto” di Pedro Almodóvar (2024)
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“La stanza accanto” di Pedro Almodóvar (2024)

Con "La stanza accanto", Pedro Almodóvar torna a esplorare l’animo umano con una raffinatezza unica, accompagnato dalle magistrali interpretazioni di Tilda Swinton e Julianne Moore. Un film che intreccia poesia visiva, riferimenti letterari e una fotografia che sembra uscita dai quadri di Edward Hopper.

“Giungla d’asfalto” di John Huston (1950)
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“Giungla d’asfalto” di John Huston (1950)

Tratto dal romanzo di William R. Burnett, "Giungla d’asfalto" è un caposaldo del cinema noir firmato da John Huston nel 1950. Con un cast straordinario, uno splendido bianco e nero che scolpisce ombre e luci, e una narrazione che esplora le fragilità umane, questo film racconta una tragedia senza redenzione. Un’opera che ha definito il genere e che, ancora oggi, risplende per potenza e profondità.