Nell'apocalittico scenario della Francia del 1940, Georges Simenon ci trasporta nel suo capolavoro "Il treno", un romanzo che va ben oltre il semplice racconto di guerra. Attraverso gli occhi di Marcel Féron, un uomo comune in fuga dall'invasione tedesca, l'autore esplora con maestria le fragilità dell'animo umano quando ogni certezza vacilla. Non una semplice storia di esodo, ma un'intima riflessione su come le circostanze estreme possano rivelare la vera natura dell'essere umano, tra paura, desiderio e riscoperta di sé. Un viaggio fisico e interiore che, pagina dopo pagina, ci costringe a interrogarci: cosa saremmo disposti a fare quando tutto ciò che conosciamo viene meno?