"Io sono un campione" non è semplicemente un film sul rugby, ma un'opera cinematografica che esplora con brutalità poetica i temi della classe sociale, dell'ambizione frustrata e della solitudine urbana nell'Inghilterra post-bellica.
Il debutto alla regia di Lindsay Anderson, figura chiave del movimento Free Cinema, ci regala un ritratto impietoso e magistrale di Frank Machin, interpretato da un Richard Harris in stato di grazia, che attraverso lo sport cerca una via d'uscita dalla propria condizione sociale, trovando invece nuove forme di alienazione.
Anderson riesce a trasformare il campo da rugby in una metafora dell'arena sociale, dove i corpi si scontrano non solo per vincere una partita, ma per conquistare dignità, rispetto e amore in una società che sembra negarli sistematicamente.