Recensione “Stop a Greenwich Village” di Paul Mazursky (1976)
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Recensione “Stop a Greenwich Village” di Paul Mazursky (1976)

Episode description

“Stop a Greenwich Village” è uno dei ritratti più autentici e commoventi della giovinezza artistica mai portati sullo schermo. Paul Mazursky firma nel 1976 un film profondamente autobiografico ambientato nella New York del 1953, raccontando le aspirazioni, le insicurezze e i sogni di Larry Lapinsky, aspirante attore che lascia Brooklyn per immergersi nella bohème del Village. Con Lenny Baker in uno stato di grazia assoluto, il film dipinge con tenerezza e ironia un microcosmo di poeti, attori squattrinati, intellettuali e sognatori che popolavano i caffè e i sottoscala di quella New York ormai perduta. Mazursky bilancia perfettamente commedia e malinconia, restituendo l’euforia delle prime scoperte artistiche e sentimentali insieme al dolore della crescita e del distacco familiare. Shelley Winters è indimenticabile nei panni della madre opprimente ma amorevole. Il film cattura l’energia febbrile di un’epoca in cui tutto sembrava possibile, quando bastava un monolocale sporco e la compagnia giusta per sentirsi al centro del mondo. È un’opera intima, sincera, che parla a chiunque abbia inseguito un sogno lasciandosi alle spalle certezze e radici.