Recensione “Il rompicuori” di Elaine May (1972)
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Recensione “Il rompicuori” di Elaine May (1972)

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Benvenuti nell'analisi di uno dei capolavori più sottovalutati del cinema americano degli anni '70: "Il Rompicuori" di Elaine May. Un film che ha anticipato di decenni la sensibilità moderna sul matrimonio, l'amore e l'inganno di sé stessi.

Nel 1972, mentre Hollywood sfornava blockbuster e western, Elaine May - già leggenda della commedia dal vivo insieme a Mike Nichols - firma la regia di questa commedia tagliente che trasforma Neil Simon in qualcosa di molto più profondo e disturbante del solito. Charles Grodin e Cybill Shepherd danno vita a una storia che inizia come commedia romantica e si trasforma in un ritratto spietato dell'egoismo maschile e delle illusioni dell'amore.

"Il Rompicuori" non è solo una commedia: è un'anatomia chirurgica del matrimonio americano, un'anticipazione del cinema indipendente degli anni '90 e un film che ha il coraggio di rendere il protagonista completamente antipatico senza mai giustificarlo. Scopriamo insieme perché questo film merita di essere riscoperto e perché Elaine May aveva già capito tutto quello che il cinema avrebbe raccontato sull'amore nei decenni successivi.

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