Recensione “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman (1957)
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Recensione “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman (1957)

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In questa puntata ci immergiamo ne “Il posto delle fragole”, il capolavoro del 1957 di Ingmar Bergman che ha cambiato per sempre il modo di raccontare il tempo al cinema. Victor Sjöström, pioniere del cinema svedese, interpreta un anziano medico che durante un viaggio verso Lund per ricevere una laurea honoris causa si ritrova a fare i conti con i fantasmi del suo passato. Bergman costruisce un film visionario dove incubi e ricordi si mescolano alla realtà, dove ogni immagine diventa simbolo dell’angoscia esistenziale e della ricerca impossibile di redenzione. Con Bibi Andersson e Ingrid Thulin in ruoli indimenticabili, il film ci trascina in un viaggio interiore spietato attraverso rimpianti, amori perduti e la paura della morte. La celebre sequenza dell’incubo resta una delle scene più potenti mai girate, tanto da influenzare generazioni di cineasti e scrittori, come me. Un film che non invecchia mai perché parla di quello che ci portiamo dentro tutti: il peso delle scelte non fatte e il bisogno disperato di chiedere perdono.